Israele – Si allungano i tempi per il nuovo governo

Si allungano i tempi per la formazione del governo israeliano. Il premier uscente Benjamin Netanyahu, che ha ricevuto l’incarico di costituire il nuovo esecutivo dal presidente Shimon Peres, sarebbe pronto ad avvalersi del prolungamento del mandato concesso dalla legge (14 giorni allo scadere dei 28 dal conferimento, avvenuto la sera di sabato 2 febbraio 2013).
Il leader di Likud-Beytenu prosegue i negoziati con i potenziali partner, ma i nodi non sembrano destinati a sbrogliarsi facilmente. L’unico partito che fino a questo momento ha accettato formalmente un accordo con Netanyahu è Hatnua di Tzipi Livni (sei deputati), in cambio di due poltrone ministeriali, tra cui quella di ministro della Giustizia per Livni stessa, con acclusa la nomina a unica responsabile per il rilancio dei negoziati con i palestinesi. Ma anche su questo risultato si profilano delle incertezze, considerando che secondo il quotidiano Maariv sia Yesh Atid (19 seggi) che Habayit Hayehudì (12 seggi) durante i negoziati di coalizione avrebbero espresso riserve sull’incarico conferito a Livni a proposito del processo di pace, e sarebbero pronti a inserire una modifica dell’accordo con Hatnua tra le condizioni per il loro ingresso nel governo. Che si prospetta comunque tutt’altro che scontato. Il partito centrista rimane fermo nel rigettare la possibilità di sedere nell’esecutivo insieme ai partiti haredim (Shas, 11 seggi e United Torah Judaism, 7 seggi), e nel mantenere al centro delle sue priorità l’arruolamento dei giovani studenti delle scuole rabbiniche. Netanyahu, che preme per focalizzarsi maggiormente sui problemi legati alla politica estera e alla sicurezza nazionale, stava esplorando la possibilità di lasciare fuori dal governo Yesh Atid ma di far entrare l’estrema destra di Habayit Hayehudì, che tuttavia fin dall’inizio dei negoziati aveva fatto fronte comune con il partito di Lapid, soprattutto in base alla comune volontà di ridimensionare il peso politico dell’ebraismo haredi. Invito rispedito al mittente: nell’incontro a poche ore dall’inizio dello Shabbat il capo negoziatore del Likud David Shimron ha annunciato che anche Habayit Hayehudi non entrerà in un governo con i haredim, come riportato dal Times of Israel.
Netanyahu ha dunque altri 15 giorni per trovare una maggioranza, prima che Peres verifichi se esistono le condizioni per affidare l’incarico a qualcun altro, oppure convochi nuove elezioni. E c’è già chi traccia parallelismi tra la situazione di ingovernabilità in Israele e in Italia. Il magazine online statunitense Tablet ha pubblicato un articolo in cui spiega perché Beppe Grillo è il Yair Lapid italiano.

rt

(1 marzo 2013)