Una strana idea di pluralismo

Lo so, l’informazione realmente oggettiva, imparziale non esiste. Credo sia inevitabile, se per non oggettivo s’intende che chi scrive ha diritto di avere le proprie opinioni nonché, quando è il caso, di esprimerle anche. E tanto più interessante è, o dovrebbe essere, quella arena ospitale, scevra da tifoserie urlanti e sudate, che lasciasse scendere in campo per la partita punti di vista differenti che si confrontano civilmente. Mi pare – come dire? – un ragionamento degno di monsieur de La Palice. Ma nel piccolo mondo ebraico italiano non lo è. Infatti è in corso una feroce disputa su ciò che è, o meglio debba essere, la autentica libertà di espressione. Credetemi, in tanti anni che faccio questo mestiere (trentanove per l’esattezza) non ho mai sentito qualcuno che, in nome della libertà d’informazione, condannasse la libertà di far scrivere ciò che si vuole all’interno di un giornale ed esigesse, invece, un ring pugilistico e iper ideologizzato dove si combattessero senza esclusione di colpi pubblicazioni schierate e autistiche.

Stefano Jesurum, giornalista

(14 marzo 2013)