Nugae – Ciao Asterix

Se si vive in una casa dove in cucina sopra al tavolo da pranzo campeggia la gigantografia di una pagina di un fumetto di Asterix appesa al muro come quadro, e sugli scaffali della libreria non manca nemmeno un pezzo della sua bibliografia, rigorosamente in lingua originale, fatta di tanti volumi sottili, ormai i più vecchi un po’ ingialliti e con le pagine scollate per le numerose consultazioni, la notizia che Albert Uderzo, storico creatore, ha deciso di smettere di disegnare Asterix, fa un certo effetto. Ebbene sì, l’ha annunciato a Febbraio al Festival internazionale del fumetto di Angoulême: “Mi merito un po’ di riposo”. Per carità, a 85 anni ha pure ragione. Però è triste lo stesso. Già perché lui e Renè Goscinny costituivano la coppia perfetta: parigini, uno figlio di genitori italiani, l’altro di ebrei polacchi, uno disegnatore, l’altro sceneggiatore, amici e soci, c’era un equilibrio di elementi davvero delizioso, che si è interrotto troppo presto con la scomparsa di Goscinny. “Quando ho saputo che era morto sono rimasto immobile per ore, non riuscivo a farmene una ragione”, ha raccontato Uderzo. Che però non si è mai sognato nemmeno per un secondo di abbandonare il formidabile fumetto, ma ha prima continuato da solo, e ora, con un doloroso ma esemplare ricambio generazionale, lo affida a Jean-Yves Ferri e Didier Conrad. Tutto questo nello spirito che la storia deve andare oltre le abili mani dei suoi disegnatori perché, come ha spiegato Uderzo, “Asterix appartiene ai lettori”. E ha ragione, ormai è un vero e proprio riferimento culturale. C’é chi ci ha imparato un paio lezioncine di Storia, ridimensionando un pochino l’ego spropositato di Cesare. Chi tira fuori in ogni situazione quel villaggio popolato d’irriducibili Galli che resiste all’invasore per creare orgogliose metafore. Qualcuno cerca speranzoso una pozione magica che renda invincibili (e nel frattempo si accontenta del caffè). Qualcuno ha addirittura alimentato la sua autostima grazie alle parole del geniale Obelix: “Chi è grasso? Io non sono grasso, sono solo robusto”. Chi l’ha letto in francese pensa che il latino sia molto buffo, chi l’ha letto in italiano a volte dimentica che i romani non parlavano in romanesco ma proprio in latino. Di certo un sorriso Asterix e Obelix l’hanno fatto venire a tutti. Ad alcuni ogni volta che si siedono a tavola.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche – Twitter @FMatalon