Tea for Two – Voglia di buone notizie

Questo Tea è un po’ più amaro del solito. Le brutture del mondo sono riuscite a permeare nella nuvola rosa che vegliava bonaria sulle mie merende a base di infusi e biscottini. Perché, ammettiamolo, la prospettiva è un po’ deprimente. Il dottor Babinski, se fosse ancora tra di noi, direbbe che la malattia della nostra generazione è la Crisi. Crisi, l’etimologia indicherebbe un momento di passaggio, il nostro modo di viverla invece è forse una condanna più dura; bloccati per sempre in un momento di passaggio. Essere condannati ad essere per sempre il giovane Holden senza ritorni o maturazioni, in continua fuga da se stessi. Ci ritroviamo moderni Prometeo e la nostra ‘colpa’ si rinnova ogni giorno. Io che pensavo di essere immune a qualsiasi tipo di impegno intellettuale, mi inquieto assai perché le frasi che mi vengono rivolte sono quasi sempre ammonimenti funerei: “Complimenti per la laurea, benvenuta nel mondo della disoccupazione…”, “Cosa fai ancora qui? Vai in Israele, all’estero”. C’è una cupezza nei discorsi dei ventenni che non si può descrivere, bisogna catturarla nei bar o nelle aule universitarie. Addirittura il Corriere della Sera ha dovuto aprire un blog di belle notizie per risollevare gli animi affranti. Non c’è più il sogno e se c’è, oramai lo interpretiamo in maniera freudiana e ci spaventiamo ancora di più. Ma, e permettetemi l’abbassamento di tono a mò di Myricae, cavolo, la bellezza c’è ancora. Alla fine di Manhattan Woody Allen indica le cose per cui vale la pena vivere (“Perché vale la pena di vivere? È un’ottima domanda… Be’, ci sono certe cose per cui vale la pena di vivere… Per esempio, per me… Uff, io direi… Il vecchio Groucho Marx, per dirne una… e Joe Di Maggio… Il secondo movimento della Sinfonia Jupiter… Louis Armstrong, l’incisione di Potatohead blues… Sì, i film svedesi, naturalmente… L’educazione sentimentale di Flaubert… Marlon Brando, Frank Sinatra… Quelle incredibili mele e pere dipinte da Cézanne… I granchi da Sam Wu… Il viso di Tracy..”). Allora ho deciso che in barba a tutto, zucchererò ancora il mio Tea for Two.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2

(22 aprile 2013)