Israele – Diplomazie in fermento

Giorni di fermento per le diplomazie mediorientali. La Lega araba ha fatto registrare alcune aperture sul piano di pace tra israeliani e palestinesi che aveva già presentato nel 2002. Nel corso di un incontro a Washington con funzionari americani (nell’immagine), i suoi delegati hanno infatti sostenuto un progetto basato, come nel 2002, sui due Stati per due popoli, ma consentendo la possibilità di “piccoli cambiamenti” rispetto ai confini del 1967 con scambi di territori (definiti nel documento come necessariamente comparabili, mutualmente concordati e secondari). Grande la soddisfazione del segretario di Stato americano John Kerry, che ha favorito quella che è stata definita l’“Iniziativa di pace araba” nel quadro degli sforzi per riportare israeliani e palestinesi ai negoziati diretti, congelati da oltre quattro anni. Positive le reazioni da parte israeliana, con il ministro della Giustizia Tzipi Livni, delegata ai negoziati di pace, che ha parlato dell’apertura della Lega araba come di “una notizia positiva” e “un passo importante” al termine di un incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban-Ki-Moon. E se il primo ministro Netanyahu ha finora evitato di commentare esplicitamente la proposta, un funzionario governativo a lui vicino ha ribadito al Times of Israele che “Israele è pronta a tornare al tavolo delle trattative in qualsiasi momento, e senza alcuna precondizione”. Netanyahu si è in seguito detto “ansioso di firmare un trattato di pace” sottolineando che esso dovrà comprendere il riconoscimento da parte palestinese dello Stato ebraico e la salvaguardia della sicurezza di Israele. Nel corso di un incontro con il ministro degli Esteri svizzero Didier Burkhalter, lo stesso premier ha poi dichiarato di voler sottoporre qualsiasi piano di pace approvato a referendum popolare, perché gli israeliani abbiano la possibilità di esprimersi su temi così importanti per il futuro del paese.
Sul versante palestinese, Saeb Erekat, esponente di Fatah e capo negoziatore per l’Autorità nazionale palestinese, ha immediatamente offerto il proprio sostegno al piano della Lega araba, definendolo in linea con le posizioni dell’Anp. Di segno opposto la reazione di Hamas, il cui leader politico Khaled Mashaal ha dichiarato nel corso di un’intervista all’emittente televisiva Al Jazeera che la proposta danneggerebbe la causa palestinese. “La nostra lunga esperienza con il nemico sionista ci ha insegnato che il nemico cerca sempre maggiori concessioni sui nostri diritti e principi nazionali”, le parole di Mashaal.

Rossella Tercatin twitter@rtercatinmoked
(3 maggio 2013)