Le sfide lanciate al WJC nelle valutazioni e nelle riflessioni dei delegati italiani

Va concludendosi in queste ore la 14esima riunione del World Jewish Congress. Organizzata straordinariamente a Budapest per sensibilizzare l’opinione pubblica sul crescente razzismo e antisemitismo ungherese, l’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 600 delegati da tutto il mondo tra cui una significativa componente italiana formata – su indicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – dai consiglieri Roberto Jarach, Cobi Benatoff ed Eva Ruth Palmieri e con la presenza aggiuntiva del presidente della Comunità ebraica di Roma e consigliere UCEI Riccardo Pacifici. Molte le novità, molti gli spunti di riflessione emersi nella tre giorni di incontri. A partire dall’assestamento di governo interno al Congresso con la leadership condivisa del presidente uscente, il filantropo statunitense Ronald Lauder, assieme al presidente del Congresso europeo Moshe Kantor nell’incarico di responsabile delle attività di policy. Una cogestione possibile grazie ad alcune riforme statutarie approvate proprio nel corso dei lavori. Tra le sfide di maggior criticità che andranno affrontate l’opposizione a chi semina odio nei paesi dove questo fenomeno torna ad affacciarsi sempre più prepotentemente con la manifesta negligenza, e in alcuni casi con la complicità, delle forze governative. Pressioni continueranno ad essere esercitate sul premier magiaro Viktor Orban, intervenuto alla convention durante la cena inaugurale, e sugli altri leader identificati come scarsamente propositivi ed efficaci. L’idea è quella di promuovere iniziative e strategie condivise che possano investire direttamente l’Unione Europea dal punto di vista non solo legale ma anche culturale e pedagogico. Un tema che ricorre con forza nelle ultime sessioni in cui si discute anche di libertà religiosa, rappresentanza istituzionale, sfide economico-finanziarie. Soddisfazione per quanto va concretizzandosi è espressa, tra gli altri, da Eva Ruth Palmieri. “Credo che si respiri un clima molto positivo con la volontà, da parte di tutti i delegati, di offrire la propria collaborazione in un contesto di cooperazione internazionale. L’elemento che sto maggiormente apprezzando – afferma – è il fatto che si vada oltre il tema dell’antisemitismo come un problema di esclusiva pertinenza ebraica e che ci si faccia portatori di un’azione di solidarietà a difesa della democrazia in presenza di tentativi di lederne i valori e i principi fondamentali. Ogni volta che una minoranza viene minacciata bisogna che suoni un campanello d’allarme”. Punto centrale toccato stamani, prosegue, l’organizzazione di un prossimo incontro a Gerusalemme tra giuristi, avvocati ed esperti di diritto per mettere a fuoco le linee guida all’interno delle quali agire. Un’esigenza affrontata anche da Cobi Benatoff, tesoriere uscente del Congresso, che ha avuto modo di approfondire la questione direttamente con il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle. “Lo sforzo – spiega – deve essere finalizzato a studiare, preparare, dare tutti gli elementi necessari alle persone di buona volontà, come il ministro Westerwelle, che intendono risolvere il problema. Al contrario debolissime e banali le parole pronunciate da Orban. Nel suo intervento neanche un riferimento a Jobbik, una mancanza davvero grave”. Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Jarach, che già ieri aveva evidenziato questa lacuna. “Tolleranza zero contro l’antisemitismo. Impegni generici contro il pregiudizio e la violazione della dignità delle persone. Personalmente – il suo commento – l’ho trovato abbastanza deludente”. In merito alle dinamiche interne al Congresso Benatoff racconta di essere stato costretto a rinunciare a una nuova candidatura per favorire la soluzione di compromesso adottata in sede assembleare. “Una decisione presa a malincuore – ammette – ma l’obiettivo più importante, soprattutto in un momento così particolare come quello che stiamo vivendo, è la ricomposizione delle fratture tra le diverse anime e correnti”. Riccardo Pacifici offrirà una valutazione più tardi, nel pomeriggio.

a.s – twitter @asmulevichmoked

(7 maggio 2013)