Qui Torino – Il singolo, la Comunità, Israele

La posizione del singolo ebreo, delle comunità nella società contemporanea così come di Israele nel mondo si sono fortemente evolute. Liberarsi di schemi obsoleti per inquadrare questa nuova realtà sembra essere il suggerimento di Sergio Della Pergola, noto demografo nonché ospite ieri sera della Comunità ebraica di Torino. In Italia per festeggiare i 98 anni di rav Elio Toaff, rabbino emerito di Roma, Della Pegola ha accolto l’invito della comunità torinese dando vita ad un momento di riflessione e dibattito su diverse tematiche che interessano il mondo ebraico. Due ore intense in cui si è spaziato dalla situazione demografica ebraica alla percezione dell’antisemitismo fino alla situazione politico-economica di Israele. Ad aprire la serata i saluti di David Sorani, vicepresidente della Comunità di Torino. “Quando abbiamo invitato Sergio – sottolinea il moderatore del dibattito Maurizio Piperno Beer, introducendo l’ospite – gli avevo chiesto di parlare delle migrazioni internazionali legate alla realtà ebraica per tutta risposta mi sono sentito dire ‘ma con tutto quello che succede in Medio Oriente e nel mondo (elezioni in Israele, in Italia) vuoi che parli solo d quello?’”. E in effetti, come si accennava, i temi toccati nell’arco della serata sono stati diversi e di stringente attualità.

“Le istituzioni ebraiche internazionali – commenta in apertura Della Pergola, docente all’Università ebraica di Gerusalemme – leggono le dinamiche legate al mondo ebraico attraverso lenti che non riflettono la situazione attuale ma di sessant’anni fa, in particolare su Israele”. Nonostante sia uno stato, con i suoi problemi e le sue potenzialità, Israele è ancora trattato come se fosse una riserva naturale, sostiene il demografo. Come fosse altro rispetto ai paesi occidentali che, pure, in diverse graduatorie economiche e non solo, lo stato ebraico supera, affermandosi come una delle realtà più avanzate del mondo. E non è un caso se per esempio “negli ultimi dieci anni l’emigrazione dall’Italia verso Israele è costantemente cresciuta, raggiungendo il suo massimo nel 2012”. Alla luce dell’immobilismo italiano, di un contesto economico dove professionisti ma anche lavoratori non specializzati non trovano spazio, la dinamicità e il costante sviluppo del mercato israeliano offre un ampio spettro di possibilità. “All’immigrazione, all’alyia agganciata a una logica identitaria, sionista, ideologica si è affiancata una spinta verso uno dei venti paesi più sviluppati del mondo”.

Questo sguardo in avanti di Israele, il superamento di schemi tradizionali secondo Della Pergola lo si ritrova oggi nel risultato delle ultime elezioni in cui nuove correnti si sono inserite in partiti apparsi per lo più obsoleti. E su un punto il professore insiste: la necessità di applicare a Israele le stesse categorie utilizzate per i paesi occidentali: superare la dicotomia laici-religiosi e concentrarsi sul fatto che siamo di fronte a una realtà che deve trovare soluzioni a problemi quotidiani, di giustizia sociale simili al resto dell’Occidente.Altro tema toccato, l’antisemitismo. “E’ stata fatta recentemente un’indagine in nove paesi europei sull’antisemitismo (iniziativa promossa dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e affidata al Centro studi ebraico Institute for Jewish Policy Research ) da cui risulta un enorme aumento della percezione di questo fenomeno da parte degli ebrei europei”, afferma Della Prgola, referente del progetto in Italia. Internet e alcuni mezzi di comunicazione appaiono come gli strumenti più inquinati dal fenomeno con una crescente preoccupazione dei singoli che si riflette sulla volontà di emigrare all’estero. In Francia, per esempio, il 45% degli intervistati dichiarava di vagliare la possibilità di lasciare il proprio paese. I nuovi volti dell’estremismo di destra, la crescente immigrazione islamica e il pregiudizio che attecchisce anche in parte della sinistra europea sono i motivi principali delle preoccupazioni degli ebrei europei (con peculiarità per ogni paese). “Monitorare questa situazione – riflette Della Pergola – sarà necessario per comprendere il futuro della continuazione della presenza ebraiche nelle Comunità locali”.

Molte le domande poste al demografo sulla situazione socioeconomica israeliana: sui haredim, sul crescere delle diseguaglianze, sul rapporto con i palestinesi e con gli arabi israeliani. Temi che si ricollegano a una delle ultime battute di Della Pergola. “Rispetto a Israele c’è un problema di immagine. C’è chi trova un nemico dietro ogni muro, chi racconta solo di Shoah, di bombe atomiche, di antisemitismo mentre io credo sia necessario fare un discorso costruttivo, avvicinare gli amici. E’ un discorso che come sappiamo divide anche la stampa ebraica italiana”. Nuovi schemi, categorie diverse per raccontare realtà che apparentemente sono molto diverse ma che hanno molte affinità a partire dalle quali si potrebbero trovare soluzioni comuni a problemi comuni.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(20 maggio 2013)