…Videla

E’ morto qualche giorno fa in carcere, dove scontava la condanna all’ergastolo, l’ex dittatore argentino Videla. Aveva ottantasette anni. E’ raro che un dittatore muoia in carcere, il suo omologo cileno Pinochet per esempio è morto in patria, nel suo letto. Nel ricordare la sua morte, e la feroce dittatura esercitata dalla sua giunta in Argentina, vorrei ricordarne anche un elemento assai poco ricordato, quello dell’antisemitismo. Quando si parla di antisemitismo, infatti, nessuno parla mai di quello dei militari argentini. Era un antisemitismo che non dette vita a legislazioni volte a limitare i diritti e la vita della grande comunità ebraica del Paese, ma si espresse soprattutto in una particolare violenza della repressione nei confronti degli ebrei. Se la percentuale di ebrei sull’insieme della popolazione argentina era dell’1%, quella di coloro che furono fra i desaparecidos fu del 10%. Fra i tanti casi che suscitarono l’attenzione internazionale, ricordiamo quello del direttore del giornale L’opinion, Jacobo Timerman, detenuto e torturato dai militari per due anni, scampato ed esiliato in Israele in seguito alle pressioni internazionali, autore di un libro di memorie sulla sua detenzione in cui caratterizzava come fortemente antisemita l’ideologia dei suoi torturatori. Ecco, credo che anche questo elemento sia da ricordare nel momento in cui apprendiamo la morte del dittatore Videla.

Anna Foa, storica

(20 maggio 2013)