Qui Roma – Gli ebrei nella storia d’Italia

Oltre seicento pagine colte e dense di riferimenti a disegnare, come scrive lo storico Claudio Vercelli sull’ultimo numero di Pagine Ebraiche, una fisionomia compiuta dell’ebraismo italiano con distinzione tra le concrete tracce del passato e la loro rielaborazione mitologica o comunque fantasiosa “laddove quest’ultima si è sedimentata nella memoria comune”. La storia degli ebrei italiani raccontata da Riccardo Calimani e pubblicata da Mondadori è tra le proposte editoriali di maggior interesse. E, tra i vari aspetti, anche l’occasione per fare il punto sulla percezione che si ha di questo percorso. All’ambasciata di Svizzera, paese di cui Calimani è console onorario, una prima presentazione romana dell’opera davanti a un pubblico ristretto ma estremamente qualificato. Bernardo Reguzzoni, ambasciatore elvetico, cparla di Calimani come di personalità che rappresenta al meglio lo spirito di Venezia, sua città d’origine. “Uomo di scienza, raffinato intellettuale, impegnato nella comunità ebraica (di cui è presidente) e nei rapporti diplomatici. Mi ha fatto un grande onore – dice – ed è stato quello di assistere alla gestazione del libro”.

A disquisire sui temi e sui vari momenti storici affrontati, in attesa del secondo capitolo che dal Medioevo ci porterà fino ai giorni nostri, sono invece l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, cui Calimani ha dedicato l’opera, e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. In apertura di incontro l’intervento del direttore di Limes Lucio Caracciolo, che ha elogiato la particolare erudizione dell’autore, proprietario di una delle biblioteche private più fornite e preziose d’Italia. In un lungo intervento Letta ha messo in luce come nell’opera di Calimani emerga, tra le pieghe di una storia non sempre facile, tra alti e bassi nei rapporti con le autorità civili e religiose, il fondamentale contributo della minoranza ebraica alla vita e alla cultura italiana nei suoi vari aspetti. “Da cattolico – afferma – mi faccio testimone e portavoce dell’amore degli ebrei italiani per questo paese. Una parte di ebraismo è dentro ciascuno di noi. Senza questa componente l’Italia stessa non esisterebbe”.

Il presidente dell’Unione, nel ricordare l’impegno di Calimani non solo alla guida della Comunità lagunare ma anche nel coordinamento delle attività che porteranno alla realizzazione del Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, ha sottolineato il duplice sentimento – orgoglio e fascinazione – che si evince nella lettura di una storia che Calimani “sente con tutta evidenza come propria”. E se oggi quella storia è un po’ più conosciuta, o almeno più conoscibile, “un grande merito va senz’altro a Riccardo”.

Calimani prende la parola e risponde ad alcune domande dal pubblico. “Scrivere è un lavoro solitario – spiega – ed è quindi un’opportunità straordinaria vedere i frutti di questo impegno in una discussione con altre persone. Scrivo per rispondere a delle domande interiori e successivamente per condividere gli esiti di questa ricerca con i lettori. Per questo mi interessano molto le vostre impressioni”.

a.s – twitter @asmulevichmoked

(29 maggio 2013)