Ugei – Alessandra Ortona il nuovo presidente

È la milanese Alessandra Ortona il nuovo presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia. La decisione è arrivata nel corso della prima riunione del nuovo Consiglio esecutivo 2013, uscito dal Congresso straordinario convocato a Milano nelle scorse settimane. Studentessa di architettura, 21 anni Ortona ha ottenuto il consenso di sei consiglieri su nove e ha ricevuto anche le cariche di responsabile politico e coordinatore Wing. Determinate anche il resto delle deleghe. Le vicepresidenze sono andate a Benedetto Sacerdoti (Padova, residente a Roma) e Michal Terracini (Milano), nominati anche, rispettivamente, coordinatore Roma, dell’organizzazione attività interne e responsabile sito (Sacerdoti) e responsabile eventi (Terracini). La tesoreria è stata assegnata a Emanuel Gargiulo (Napoli, residente a Parigi). Responsabile della comunicazione e coordinatore su Milano sarà Margherita Hassan (Milano), mentre a occuparsi del giornale Hatikwa e della cultura sarà Joel Hazan (Milano). L’area piccole Comunità e gruppi locali è stata attribuita a Simone Bedarida (Firenze) e Filippo Tedeschi (Torino), responsabile, quest’ultimo anche del dialogo interreligioso. Emanuele Boccia (Milano, residente a Manchester) si occuperà di gestire i rapporti internazionali e l’ufficio stampa. Da segnalare, nel corso della riunione, che si è svolta attraverso un sistema di video-conferenza, la partecipazione di un consistente numero di uditori (nell’immagine alcuni dei consiglieri).

Negli scorsi giorni, il nuovo Consiglio aveva, come suo primo atto, emesso la seguente nota, commentando il dibattito scatenatosi in seguito alla mozione approvata al Congresso che garantisce il diritto di partecipazione alle attività Ugei (non l’appartenenza all’organizzazione) a giovani non iscritti a una Comunità ebraica italiana, e in particolare a chi abbia intrapreso un percorso di conversione e ai figli di unioni interreligiose con un profondo interessamento nei confronti dell’ebraismo e precedenti esperienze nell’ambito di organizzazioni ebraiche.

“In risposta alle numerose richieste di chiarificazione rivolte al Consiglio, e a una nostra volontà comunque presente, abbiamo deciso di scrivere una nota interpretativa sulle due mozioni in questione. Innanzitutto va forse specificato che si tratta, appunto, di mozioni e non di modifiche statutarie: ciò implica che, per quanto possano essere portatrici di novità, non cambiano l’assetto giuridico costitutivo dell’Unione. Si tratta per l’appunto, nel caso di specie, di decisioni congressuali; il Consiglio perciò vi entra in relazione unicamente come organo esecutivo, e per la durata del suo mandato.
Spetta al Consiglio, in quanto organo esecutivo, attuare le mozioni approvate nel corso dei lavori congressuali. Dunque, anche in questo caso, in mancanza di una specifica previsione alternativa, spetta al Consiglio attuare le due mozioni.
Relativamente alla prima viene attribuita a persone che si trovino in un percorso di conversione la possibilità di partecipare agli eventi UGEI, previo consulto con il Rav di riferimento, per essere sicuri che questo percorso sia effettivamente attivo.
La seconda mozione invece riguarda nello specifico i figli di solo padre ebreo: verrà accordata loro la possibilità di partecipare nei casi in cui manifestino un reale interessamento nei confronti dell’ebraismo, confermato dalla partecipazione ad attività ed eventi comunitari (come feste ebraiche, partecipazione a movimenti giovanili, iscrizione in una scuola ebraica, partecipazione agli eventi di una delle organizzazioni ebraiche giovanili).
In entrambi i casi, coloro che beneficeranno delle mozioni in questione non avranno diritto di voto all’interno dei Congressi e non potranno assumere alcuna carica all’interno dell’organizzazione. Infatti, il diritto di voto attivo e passivo è concesso solo a coloro che siano iscritti all’UGEI, e requisito per essere iscritti all’UGEI è quello di essere iscrivibili ad una Comunità Ebraica italiana: la mozione in nessun modo intende ridefinire il concetto di ebraicità stabilito dall’Halachà, competenza esclusiva del Rabbinato.
Siamo convinti di aver interpretato al meglio l’effettiva volontà congressuale nel rispetto della delicatezza della questione.
Speriamo che possa crearsi e mantenersi un clima di dialogo e rispetto reciproco e ci auguriamo di vedervi tutti ai prossimi eventi”.

(30 maggio 2013)