Il ministro Kyenge incontra gli ebrei italiani “Integrazione e lotta al razzismo sfide comuni”

Non un appuntamento occasionale ma l’inizio di un percorso che porti a lavorare allo stesso tavolo su temi stringenti quali integrazione, lotta al razzismo e alla xenofobia. È quanto entrambe le parti coinvolte hanno espresso al termine dell’incontro del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge con i vertici dell’ebraismo italiano e romano. Un incontro preceduto dalle vergognose farneticazioni di un consigliere leghista del Veneto e dalla nota di solidarietà al ministro fatta diffondere dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. “Frasi irripetibili, propagate attraverso i social network, che immediatamente qualificano chi le ha pensate e scritte”, spiega il presidente dell’Unione.

Ai consiglieri dell’UCEI e della Comunità capitolina che l’hanno accolta, il ministro ha ribadito con forza una posizione già espressa in occasione di altri recenti episodi a sfondo razziale che l’hanno riguardata: “Ho imparato a non farmi influenzare da chi vuole impormi la sua filosofia, vado avanti per la mia strada. Per i diritti e la creazione di un nuovo modello di convivenza”.

Integrazione: una parola chiave nelle testimonianze dei tanti che hanno portato un contributo. In particolare negli interventi degli ‘africani’, come hanno voluto qualificarsi i consiglieri di origine libica, che hanno raccontato le tappe del loro inserimento dopo la precipitosa fuga dal paese d’origine. Tra gli altri Scialom Tesciuba e Jack Luzon, che ricordano i pogrom subiti in patri ma anche, una volta giunti a Roma, l’accoglienza e la generosità ricevute da un numero significativo di persone. E ancora Robert Sassun, voce di una generazione nata in Italia che afferma di declinare la propria identità in tre diverse direttrici – italiana, ebraica, tripolina – tutte pienamente autentiche e complementari. Il presidente UCEI Gattegna e il leader comunitario Riccardo Pacifici, nella sala del Consiglio, offrono piena disponibilità per intavolare iniziative e progetti con il Ministero nel solco di quanto avvenuto nella passata legislatura. Proposta accettata con entusiasmo da Kyenge che, a questa missione, guarda con l’intenzione di “creare un contatto diretto”. Nel porgerle la solidarietà degli ebrei italiani Gattegna osserva come il fatto di essere ministro del governo italiano di diversa provenienza nazionale dia notevoli responsabilità che, sottolinea, “siamo certi saprà sviluppare in modo adeguato per dare un’occasione di progresso al nostro paese”. A seguire l’intervento di Pacifici che, relativamente al razzismo, evidenzia come il problema principale sia l’indifferenza “dei tanti che stanno a guardare”. Tra i vari punti toccati un articolato riferimento al ‘modello Israele’, paese in cui convivono identità e culture molto differenti tra loro. Sono poi gli stessi, assieme al rabbino capo rav Riccardo Di Segni, a guidare una piccola delegazione in visita al Museo ebraico (dove a raggiungerli è la direttrice, Alessandra Di Castro) e al Tempio Maggiore. Al museo i protagonisti dell’incontro si concedono alle telecamere e ai taccuni dei giornalisti per fare il punto sui vari temi trattati. Le domande, inevitabilmente, vertono sulla cronaca delle ultime ore. “Quando il ministro ha fatto notare che gli insulti a lei sono insulti alla collettività è scattato un applauso. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda – chiosa rav Di Segni – siamo tutti insieme su questo fronte per lottare contro qualcosa che non fa onore al paese”.

a.s – twitter @asmulevichmoked