anonimato…

In una società mediatica e planetaria ognuno ha l’impressione, per non dire l’illusione, di essere contemporaneamente in rapporto con l’umanità tutta intera. Ma il “tutti in relazione con tutti…” significa spesso “anonimato” , essere soli e persi. Nel corso della cerimonia prevista nel capitolo 27 di Devarìm, che abbiamo letto Shabbat scorso, il popolo intero, benedetto o maledetto, è cosa visibile a tutti. I membri della società si vedono gli uni con gli altri. E’ una cosa estremamente importante per il tema della comunità. La cultura ebraica ci spinge alla ricerca di una società più intima che consenta ai suoi membri di conoscersi gli uni con gli altri e che apporti alle persone la coscienza di una vita comunitaria qualificata e stimolante senza schermi e senza restare schiacciati dai rispettivi ruoli.

Roberto Della Rocca, rabbino

(27 agosto 2013)