Voci a confronto

rassegnaContinuano anche sulla stampa le reazioni alla proposta di legge licenziata la settimana scorsa dalla Commissione Giustizia del Senato, riguardante il reato di negazionismo: su Libero Carlo Giovanardi, che in Commissione ha espresso voto contrario insieme al senatore Buemi, e il suo emendamento, che “ne restringeva il campo di l’applicazione alla negazione dell’Olocausto del popolo ebraico, è stato respinto dalla Commissione.” Il senatore Pdl ritiene che “una legge pensata per difendere gli ebrei può trasformarsi in una trappola infernale per gli amici italiani degli ebrei di Israele”. E contro la legge che punisce il negazionismo si pronuncia anche la Sissco, la società che raccoglie gli storici contemporaneisti – come riporta La Repubblica – che chiedono che “una materia così delicata venga affrontata dal legislatore tutta insieme e in modo globale, non attraverso interventi parziali”.
E sul Corriere Oreste Bisacca Terracini, che nel processo a Priebke ha rappresentato la parte civile per la Comunità ebraica di Roma, ricorda come aveva augurato all’imputato una lunga vita, perché potesse avere molto tempo per meditare sulla gravità del crimine commesso. “Perché la pena dovrebbe servire, innanzitutto, a redimere”.

Roma “si conferma sempre più crocevia decisivo per il processo di pace in Medio Oriente” – Sole 24 Ore – e il premier Netanyahu, da ieri nella capitale, incontrerà oggi John Kerry, capo della diplomazia americana, dopo aver visto ieri il premier Enrico Letta. Il premier israeliano ha ribadito che per ottenere la pace in Medio Oriente è necessario risolvere la questione del programma nucleare iraniano. Lo stesso Netanyahu, che secondo una nota ufficiale avrebbe dovuto incontrare papa Francesco in una udienza privata si è trovato in una situazione imbarazzante nel momento in cui è stato confermato dal Vaticano che l’incontro non solo non era previsto ma che il calendario lo rendeva del tutto impossibile. Appuntamento rimandato, probabilmente a novembre (il Giornale) .
Il commissario europeo all’industria Antonio Tajani, invece, ha firmato in Israele alcuni accordi nel campo della cooperazione industriale e delle PMI – Sole 24 Ore – l’obiettivo di rafforzare le relazioni d’affari già fiorenti e di trovare nuove sinergie sembra pienamente raggiunto.

Su arie testate, a stampa e online, compare la storia quasi shakespeariana (o dickensiana) che arriva dall’Ungheria, dove Csanad Szegedi, numero due del partito neonazista Jobbik quando scopre di avere origini ebraiche decide di andare in fondo alla questione. Come racconta Roberto Mussapi su Avvenire Szegedi ha rinnegato non solo l’odio antiebraico, ma anche tutte le altre istanze razziste del suo partito ed è stato accolto – seppure con diffidenza iniziale diffidenza – dalla comunità ebraica.

Sul Giornale Fiamma Nirenstein fa il punto sulla situazione in Siria, e sui toni trionfalistici del dittatore Bashar Assad.

(23 ottobre 2013)