Nugae – In their shoes

matalonMolto più carino dell’espressione italiana “nei suoi panni”, il modo di dire corrispondente nell’inglese ha dato il titolo a un film per donne depresse con Cameron Diaz, In her shoes, ma anche alla campagna promossa durante il mese di ottobre dalla Warner Music Australia, In their shoes, il cui ricavato sarà devoluto alla ricerca sul cancro al seno, in occasione del Cancer Awarness Month. Nelle scarpe anche in senso dolcemente letterale dei 70 musicisti a cui la casa discografica ha consegnato un paio delle ben note Converse bianche candide e immacolate e qualche pennarello, chiedendo di personalizzarle, per poi venderle in un’asta che si conclude in questi giorni. L’idea è nata durante la registrazione di un video musicale della band statunitense Grouplove (il cui batterista Ryan Rabin parla spesso e con disinvoltura della sua ebraicità, va detto): pare che l’attenzione della troupe che doveva filmare sia stata catturata dalle particolarissime All Star indossate dal loro manager. Venne fuori che erano state disegnate proprio dalla cantante della band, Hannah Hooper. E così per 18 mesi la Warner Music Australia è andata in giro per il mondo a caccia di altri gruppi o cantanti volenterosi e creativi: i Grouplove e i Fun (il cui chitarrista è fidanzato con Lena Dunham, nota di romantico gossip importantissima) hanno puntato sui pois, i gemellini Aaron e Bryce dei The National sullo stile Mondrian, Michael Rosenberg alias Passenger sul murales. Però c’è anche materiale per irritarsi, volendo: salta subito all’occhio come i musicisti più famosi siano anche quelli che si sono impegnati di meno. Da questa critica in realtà va escluso solo l’adorabile Michael Bublé, le cui scarpe tutte nere con la punta gommosa disegnata come con un labirinto, sono le più chic, ma si sa che lui è un tenero elegantone. Per il resto i Linkin Park hanno preso in mano un pennarellone nero e disegnato qualche segnaccio a caso e le loro sigle incomprensibili, così come i Red Hot Chili Peppers. Sulle loro però compare anche una stella a sei punte ebraicamente suggestiva, l’avrà disegnata in un momento di ispirazione il chitarrista Josh Klinghoffer. Ma tanto le loro creazioni anche se bruttine saranno comunque vendute, e a un prezzo pure più alto. Dunque, mettendosi nelle loro scarpe, tutto sommato hanno risparmiato tempo.


Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche

(27 ottobre 2013)