Time out – La nostra luce

daniel funaroLa festa di Chanukkah è tra quelle che ancora oggi hanno un significato decisamente attuale. I greci, a differenza di quanto fecero altri popoli nella storia, non tentarono di sterminare il popolo ebraico fisicamente, ma di annientarlo spiritualmente, vietando lo studio della Torah e la pratica delle mitzvot. La loro volontà non era quella di uccidere gli ebrei, ma quella di distruggere l’ebraismo. Non quindi attraverso la violenza, ma cercando di attrarli verso usi e costumi che parevano appartenere all’intera società e con cui non ci si poteva non identificare. Un po’ come oggi, dove sebbene non vi sia un nemico fisicamente visibile, la pratica di alcune mitzvot sembra essere considerata arcaica e fuori dal tempo, tanto da doverci quasi giustificare dei nostri valori e delle nostre differenze all’interno della società. Come con i greci, a essere minacciata non è più la nostra persona fisica, ma la nostra anima ebraica. Per questo Chanukkah è così attuale, perché, oggi come allora, non ci viene chiesto altro che conformarci al pensiero della maggioranza. Ma di questo Chanukkah racconta: della vittoria dei pochi contro i tanti e della ribellione di una donna ebrea prima e dei suoi fratelli poi affinché potessero con orgoglio vivere la propria identità. E così, ancora oggi, è importante domandarsi, se conformarsi alla maggioranza valga davvero la pena. O se quella fede, così complessa e difficile come è l’ebraismo, debba ancora essere vissuta con orgoglio e senza timori reverenziali nei confronti del mondo che ci circonda. Per questo Chanukkah ha un valore così profondo anche dopo migliaia di anni e per questo ancora oggi dobbiamo chiederci se il nostro compito sia quello di illuminare, un po’ come le luci della chanukkiah, il mondo con i nostri valori e i nostri ideali, o assistere passivi e a conformarsi a ciò che accade. Creare luce o rimanere nell’oscurità sembra essere una sfida troppo grande per ciascuno di noi. Ma come l’ampolla d’olio che doveva durare un solo giorno riuscì a illuminare il candelabro per otto giorni forse anche una nostra piccola luce può cambiare le cose. Basta provare ad accenderla per vedere che succede.

Daniel Funaro

(28 novembre 2013)