Negoziato, cresce l’incertezza

rassegnaSi fa sempre più intricata e complessa la partita del processo di pace in Medio Oriente. Tra i punti all’ordine del giorno la liberazione di Jonathan Pollard, incarcerato nel 1985 e condannato dagli Stati Uniti per attività di spionaggio. Una ‘pedina’ che diventa sempre più importante alla luce delle nuove difficoltà diplomatiche emerse. L’accordo cui si lavora sarebbe basato su una triangolazione. “Gli Usa – scrive Maurizio Molinari sulla Stampa – liberano Pollard entro l’imminente Pesach (la Pasqua ebraica), in cambio Israele dichiara un congelamento ‘non formale’ degli insediamenti in Cisgiordania e si impegna a liberare circa 400 detenuti palestinesi, mentre l’Anp accetta di prolungare il negoziato fino al 2015”.

È saltata la visita del segretario di Stato John Kerry a Ramallah. Ad impedire la missione l’intervento del leader dell’Anp Abu Mazen che ieri sera, in diretta tv, ha annunciato di voler proseguire l’impegno per ottenere il riconoscimento come Stato dalle Nazioni Unite. In quest’ottica, scrive Repubblica, “presenterà istanze per entrare a far parte di 15 agenzie Onu e chiederà l’adesione a trattati internazionali, a cominciare dalla Quarta Convenzione di Ginevra, per la protezione dei civili in tempo di guerra”.
Crescerebbe intanto la sfiducia della popolazione palestinese nei suoi confronti. “Nella Anp, così come dentro Fatah – scrive Fabio Scuto – si prepara una notte dei lunghi coltelli, una resa dei conti, per chi alla fine guiderà i palestinesi (forse) verso l’indipendenza. Una volta era un argomento tabù, adesso in ogni caffè di Ramallah si parla della successione ad Abu Mazen”. Tra i nomi più gettonati quelli di Mohammed Dahlan, ex delfino di Arafat; Jibril Rajoub, potente commissario del Cio palestinese; Marwan Barghouti, l’ex capo dei Tanzim di Fatah in cella in Israele con cinque ergastoli.
Interessante infine, sempre sul tema mediorientale, il reportage sui “cristiani d’Israele arruolati contro la jihad” di Fiamma Nirenstein (Il Giornale).

Al via a Roma, presso l’Università Sapienza, il primo corso dedicato ad approfondire il legame tra scienza e ideologia nei campi di sterminio. La direzione scientifica dell’iniziativa è stata affidata a Fabio Gaj, docente di Chirurgia generale e presidente dell’Associazione Medici Ebrei, e alla storica della medicina Silvia Marinozzi. Grande la soddisfazione di Marcello Pezzetti, direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma, che al Corriere della sera (il pezzo è firmato da Paolo Conti) anticipa nuove collaborazioni a livello sia nazionale che internazionale: “Questo esordio sta interessando numerose realtà didattiche, non solo italiane. Stiamo già chiudendo un accordo con l’Università di Trieste che, interessatissima, ci ha chiesto di organizzare un corso analogo, creando così una triangolazione tra le due università e il Museo della Shoah”.

Assolti “perché il fatto non sussiste”. Questa la formula utilizzata dal Tribunale di Tivoli per scagionare tre giovani di Subiaco imputati per aver imbrattato il Mausoleo di Affile dedicato, con una vergognosa decisione assunta nel 2012 dal sindaco del comune laziale, alla memoria del gerarca fascista Rodolfo Graziani. “Siamo molto soddisfatti. Proseguiamo la nostra battaglia, assieme alla comunità etiope, all’associazione Martiri delle Pratarelle e al comitato antifascista di Affile fino a che non vedremo abbattere questa vergogna”, ha commentato il presidente dell’Anpi Roma Ernesto Nassi (Il Tempo).

Nuova luce sul piano di sterilizzazione degli zingari portato avanti dalla Svezia fino al 1974. Un passato pieno di ombre con cui la società scandinava fatica ancora oggi a fare i conti. “La Svezia moderna e razionale, tollerante e rispettosa dei diritti individuali – scrive Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano – nasconde un fondo oscuro che non si può rimuovere tanto facilmente e che in qualche modo è penetrato nella mentalità locale: lo prova il fatto che una delle testimoni rom invitata per l’occasione si è vista negare l’ingresso nell’Hotel Sheraton dove il primo ministro presentava appunto il rapporto sugli zingari”.

Si presenta questa sera a Roma, al Centro Ebraico Il Pitigliani, l’ultimo libro dell’attore Gioele Dix – “Quando tutto questo sarà finito. Storia della mia famiglia perseguitata dalle leggi razziali” (ed. Mondadori). L’incontro avrà inizio alle 20.30. Interverranno Nicola Fano e Gualtiero Peirce.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(2 aprile 2014)