Qui Torino – Antisemitismo, Europa a rischio

Torino 3 aprile 2014 antisemitismoL’exploit alle ultime amministrative di Francia del populismo di destra del Front National, le accuse di antisemitismo che serpeggiano nel neogoverno di Kiev, le imminenti elezioni d’Ungheria con gli estremisti di destra di Jobbik a caccia di voti. Macchie nere che tingono un’Europa sempre più preoccupata per la crescita e diffusione al suo interno di posizioni estreme, xenofobe e razziste. E con gli estremismi torna di moda la retorica antisemita, un seme che purtroppo trova sempre un terreno fertile. Di questi fenomeni, della loro pericolosità e grado di popolarità, in particolare in Francia, Ucraina e Ungheria si è parlato ieri nell’incontro “Tra antisemitismo e ascesa delle nuove destre” organizzato al centro sociale della Comunità ebraica di Torino dall’Associazione ex Allievi e Amici della Scuola di Torino. A dare un quadro delle diverse situazioni, Guido Franzinetti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Piemonte Orientale, il ricercatore del Cdec Stefano Gatti e il giornalista di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it Daniel Reichel. A introdurre e moderare l’incontro il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni.
Come è arrivato al successo il Front National in Francia? A quale elettorato parla? E quale incidenza ha l’antisemitismo in queste elezioni francesi? Stefano Gatti si è soffermato su diversi aspetti di un fenomeno che in Francia ha portato molti ebrei a lasciare il paese per trasferirsi in Israele o altrove. Seppur non ci sia una connessione diretta tra la retorica antisemita e la politica di Marine Le Pen, parte dell’elettorato della figlia del fondatore Jean Marie (lui sì, espressosi in passato con affermazioni chiaramente antisemite) presta particolare orecchio a queste pulsioni. E poi ci sono le violenze provenienti dalla realtà più radicale dell’Islam francese. Un clima preoccupante, ricorda Gatti che ha illustrato un ampio e preciso quadro della situazione d’Oltralpe, ricordando che, seppur divisi solo da una catena montuosa, l’Italia vive una situazione non paragonabile a quella in cui si trovano città come Parigi o Tolosa, luogo della famosa e tragica strage in cui persero la vita quattro persone, un adulto e tre bambini. Gatti ha poi portato come esempio dell’atmosfera antisemita che avvelena parte della Francia, il comico Dieudonné M’bala M’bala, noto per velenose affermazioni contro gli ebrei e negazioniste (proiettato in sala il cortometraggio girato da Dieudonné, un vergognoso concentrato di offese alla Memoria e antisemitismo).
Cauto nel suo giudizio sulla confusa situazione Ucraina il professor Guido Franzinetti, che ha sottolineato come sia dal versante russo sia dal versante ucraino ci siano accuse reciproche di antisemitismo. “La verità in genere sta nel mezzo”, ha ricordato Franzinetti, dando una panoramica storica sugli ebrei dell’Est Europa e richiamando alla memoria non solo la tragedia della Shoah ma la questione dell’assimilazione che ha coinvolto molte realtà ebraiche dei paesi dell’ex Unione Sovietica.
A due anni di distanza dall’inchiesta svolta per Pagine Ebraiche (maggio e giugno 2012) in Ungheria con la collega Rossella Tercatin, Daniel Reichel ha dato una testimonianza della complessità di Ungheria che domenica si appresta a rinnovare il suo assetto politico (molto probabilmente a confermarlo). Viktor Orban, attuale presidente, va verso la riconferma ma su di lui gravano le polemiche per delle manovre considerate da molti autoritarie e liberticide nonché l’accusa mossa dalla Comunità ebraica magiara di revisionismo storico: nel 70esimo anniversario dell’occupazione nazista, Orban – sostengono gli ebrei d’Ungheria – sembra dimenticarsi delle responsabilità ungheresi nella Shoah (dei 600mila ebrei magiari, solo 100mila riuscirono a rimanere in vita dopo la guerra). E poi ci sono i successi dell’estremismo dello Jobbik, partito antisemita e contro i Rom, che della retorica violenta ha fatto il sale della sua politica ma che sembra aver perso qualche colpo. Aspetteremo domenica per vedere cosa diranno le urne e quale direzione prenderà il paese. Allora, Reichel e Tercatin registrarono una forte preoccupazione tra le fila ebraiche. Al momento non sembra che nulla sia migliorato.

(4 aprile 2014)