Cade il divieto sull’eterologa

rassegnaCon la sentenza della Corte Costituzionale, cade in Italia il divieto di fecondazione assistita eterologa. La Consulta ha infatti smantellato, nell’arco di 32 sentenze (ultima quella di ieri), la legge 40 del 2004, che regolamentava la procreazione medicalmente assistita nel nostro paese, tema ampiamente dibattuto in ambito ebraico. Come spiegano Corriere della Sera e Repubblica, l’ultima decisione ha introdotto la possibilità per le coppie sterili di fare ricorso a un donatore esterno. Due divieti rimangono in piedi “la fecondazione eterologa in caso di partner dello stesso sesso e di single, la donazione degli embrioni a fini di ricerca. Ma anche quest’ultimo punto è sub iudice: l’udienza alla Consulta su ricorso era fissata per l’altro ieri ma è stata rinviata in ragione del giudizio pendente sulla stessa questione davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo” (Corriere). Per il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, “serve una legge per evitare il caos” (intervista su Repubblica).

Duecento ragazzi sosterranno oggi, nelle aule delle scuole ebraiche di Milano e Roma, il test psicometrico per accedere alle università israeliane. L’assoluta novità è che potranno farlo in italiano. Grazie infatti a un progetto portato avanti dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il temibile esame d’ammissione è stato tradotto per la prima volta quest’anno anche in italiano. A riportare la notizia sul Corriere della Sera, la giornalista di Pagine Ebraiche Rossella Tercatin. “Gli italiani sono stati finora svantaggiati rispetto ai “colleghi” di madrelingua ebraica o araba (le due
ufficiali dello Stato) ma anche ai russi, inglesi, francesi e spagnoli – sottolinea la giornalista – Perciò l’Ucei ha deciso lo scorso anno di avviare un progetto per la traduzione del test con il National institute for Testing and Evaluation israeliano”. Per agevolare la preparazione degli studenti alla prova, l’Ucei “ha offerto un ciclo di lezioni organizzate tra Roma, Milano e Gerusalemme, con la possibilità di partecipare dal vivo o collegarsi in video conferenza”.

Ha preso provvedimenti il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu contro la decisione dell’Autorità nazionale palestinese, in contrasto con gli accordi, di chiedere ai vari enti dell’Onu e convenzioni l”adesione come entità statale. Netanyahu ha bloccato tutti i contatti tra i ministri del suo governo e le autorità palestinesi. Come sottolinea il Corriere, “Sono previste due eccezioni: i colloqui in materia militare e di sicurezza e gli interventi della ministra della Giustizia Tzipi Livrai, capo della delegazione negoziale dello Stato ebraico”.

Apre oggi pomeriggio la due giorni di convegno “Shoah e negazionismo nel web: una sfida per gli storici”, promosso dalla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco), dall’Università degli studi di Roma Tre e dal Dipartimento di Filosofia comunicazione e spettacolo dell’ateneo romano. Tra i protagonisti anche lo storico Claudio Vercelli che traccia, sulle pagine del Manifesto, un quadro della preoccupante situazione che vede il diffondersi di tesi antisemite e negazioniste attraverso il web. “ll negazionismo, oggi si presenta come un’affabulazione isterica sul cosiddetto contropotere che deriverebbe dal mettere alla berlina il sapere condiviso”, scrive Vercelli che sottolinea come questa velenosa finzione di richiamo alla libertà d’opinione trovi ampio spazio nel mondo on-line.

“Gli ebrei d’Europa stanno morendo. Di assimilazione e laicità”. Nel titolo tutto il riassunto dell’articolo di Giulio Meotti sul Foglio che racconta la preoccupazione espressa da diverse personalità del rabbinato europeo durante la riunione organizzata dal Rabbinical Center of Europe a Budapest. Nell’articolo anche un richiamo alla situazione degli ebrei francesi, sempre più spinti a scegliere di fare l’aliya in Israele.

Primo Levi e la sua profonda conoscenza del testo biblico. A scriverne è Cesare Segre, grande filologo e critico letterario italiano recentemente scomparso. Un testo inedito, pubblicato sul quotidiano Avvenire, in cui Segre critica l’analisi di Franco Fortini, poeta e critico letterario, legata alla celebre opera di Primo Levi Se questo è un uomo. Il libro di Levi si apre con la poesia Shemà, la cui forza, secondo Fortini, risiede “nell’uso di un lessico antiquato e nobile”. A quest’analisi, Segre risponde con stupore. “Altro che antiquato! – afferma il filologo – Quello di Levi è in realtà un lessico millenario: i testi che subito citerò a raffronto provengono infatti dal Deuteronomio e dal Libro dei Numeri, che i biblisti datano circa al 600 a.C. In questa poesia Levi combina infatti passi dei due libri biblici, riecheggiando così lo Shemà, la preghiera che, sulla scorta di quegli stessi libri, gli ebrei hanno adottato come formula d’espressione dell’unità di Dio, e perciò come formula identitaria: qualunque ebreo – anche se non praticante, anche se convertito – si ricorda dei versetti dello Shemà”.

Daniel Reichel

(10 aprile 2014)