Le sfumature del Seder

anna segreIn teoria i sedarim sono tutti uguali, a partire da quello celebrato subito prima di uscire dall’Egitto fino ad oggi. Poi, nella pratica, ogni seder è diverso dagli altri per qualche dettaglio, qualche sfumatura e le variabili – anche tra chi non tralascia nulla dell’Haggadà, e senza tener conto delle aggiunte non accettate da tutti come il Rituale della Rimembranza o l’Hatikvà – sono infinite. Chi nasconde l’Afikomen, chi la cerca, come viene premiato chi alla fine la tira fuori. Cosa si fa mentre si leggono le piaghe. Oppure: cosa si usa leggere e cosa cantare, cosa si canta in coro e cosa è cantato da una persona singola, quali brani sono letti o recitati sempre dal padrone di casa. Se la suddivisione delle parti è anarchica (chi se la sente attacca a leggere sul momento), oppure c’è un regista, o magari invece i testi che ciascuno dovrà leggere sono assegnati e prenotati con largo anticipo. E ancora, con che melodia si canta ciascun brano? Da quale città proviene? Quale nonno, bisnonno, zio o prozio lo cantava così? In questa infinita foresta di lievi varianti può capitare di scoprire dall’altra parte del mondo le stesse melodie di casa propria, mentre viceversa i bisnonni di Saluzzo cantavano in modo del tutto differente da quelli di Nizza Monferrato. Anche nella stessa famiglia, magari con gli stessi ospiti, può cambiare molto da un anno all’altro o dalla prima alla seconda sera. E così il seder riesce a darci contemporaneamente la sicurezza della tradizione che si ripete uguale e ci ricorda la nostra infanzia e il brivido della novità, perché qualcosa di insolito non può mai mancare neppure nel seder più abitudinario e collaudato.
Chissà se i cinque rabbini che hanno discusso a Benè Berak sull’uscita dall’Egitto per tutta una notte, tra le molte opinioni diverse che avranno certamente avuto su chissà quanti argomenti (già sappiamo di altre loro notissime e clamorose dispute), avranno pure confrontato usanze differenti o melodie diverse? O magari ricette diverse per il charoset? E il Profeta Elia verrà con l’intenzione di farci ascoltare qualche canto dal paese dei suoi bisnonni?

Anna Segre, insegnante

(18 aprile 2014)