Pesach…

“Non opprimere lo straniero: voi infatti conoscete l’animo dello straniero, perché foste stranieri in terra d’Egitto” (Es. 23,9). È questo uno dei moniti più attuali della festa di Pesach, in cui commemoriamo l’uscita dalla schiavitù. Se da un lato l’etica biblica ci sollecita ad accogliere gli stranieri a nostra volta, dall’altro sappiamo però che il livello più alto di Tzedaqah nei confronti dei poveri e derelitti consiste nel fornire loro la possibilità di mantenersi stabilmente con le proprie forze. Le popolazioni più sviluppate devono provvedere a contenere il gap rispetto a quelle meno fortunate, fornendo loro non solo aiuti economici, ma anche i mezzi per la diffusione della cultura, che la tecnologia più avanzata mette a disposizione a basso costo in abbondanza.

Alberto Moshe Somekh, rabbino

(20 aprile 2014)