Ferrara – “Apriamo le porte con la cultura”

gattegna franceschiniIn occasione dell’inaugurazione della quinta edizione della Festa del Libro ebraico a Ferrara, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (nell’immagine insieme al ministro della Cultura Dario Franceschini) ha dichiarato:

“Sono lieto di partecipare all’inaugurazione della Festa del Libro di Ferrara. Un appuntamento annuale ormai consolidato che vede unite e integrate, in un comune impegno, le istituzioni italiane e gli organismi rappresentativi dell’ebraismo italiano.
Questo impegno ha una finalità culturale importante e di alto livello: fare luce su interi capitoli della storia italiana per avere una visione chiara delle dimensioni e del grande ruolo che hanno svolto le comunità ebraiche nel processo della nascita e della formazione del nostro paese.
Questa festa non è fine a se stessa ma è parte integrante della preparazione di qualcosa di molto più duraturo che sorgerà qui a Ferrara, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che sarà dedicato a contenere l’unica e la più completa narrazione della lunghissima storia dell’ebraismo in Italia le cui origini risalgono a circa 2200 anni fa.
Si tratta quindi di un periodo plurimillenario che ha visto l’alternarsi di periodi di tranquilla convivenza ad altri drammatici di discriminazione e di persecuzione.
Non è un caso che questa festa si svolga, e sopratutto che il museo stia sorgendo a Ferrara, dove esiste da secoli una comunità ebraica che è stata ed è tuttora attivamente e positivamente parte integrante del tessuto sociale e della vita culturale della città.
Al di là del fine didattico la ragion d’essere più vera e più generale dell’edificando museo è quella di aprire le porte e aprire le menti al dialogo, alla reciproca comprensione e al confronto tra culture e tradizioni diverse.
Si tratta quindi di una grande iniziativa e anche di un esempio concreto di lotta contro qualsiasi forma di emarginazione, di isolamento o di ghettizzazione fisica, morale o psicologica. Non solo nei confronti degli ebrei ma di chiunque.
La storia ci ha insegnato quanto sia ingannevole, per una minoranza, l’apparente senso di sicurezza che può derivare dal vivere la propria identità in maniera chiusa, poco visibile, sulla difensiva, quasi dominata dalla preoccupazione di non disturbare la maggioranza.
Sia il museo che queste giornate sono infatti la celebrazione e il simbolo della pienezza del diritto ad esprimere il proprio pensiero e le proprie tradizioni – valore, questo, contenuto e fortemente riaffermato nella nostra Costituzione repubblicana.
È il risultato di quasi 70 anni fa di libertà nel corso dei quali noi ebrei, dopo la sconfitta del nazismo, del fascismo, del razzismo e dell’antisemitismo, abbiamo ritrovato l’interesse e il piacere di esternare, di raccontare noi stessi, di comunicare.
Questi sono i nostri obiettivi fondamentali:
Contrapporre la cultura a qualsiasi forma di pregiudizio
Esprimere la nostra ritrovata vitalità raccogliendo intorno a noi tutti gli amici e tutti coloro che sono interessati ad arricchire, con la mente aperta, il proprio bagaglio culturale
Rimanere intellettualmente vigili e attivi per lottare, in modo non violento, affinché nel nostro paese le libertà di pensiero e di espressione non vengano mai meno, rimanendo memori e consapevoli del passato ma anche e soprattutto protesi a programmare il futuro. In definitiva dimostrare, non solo a parole ma con i fatti, quale fonte di ricchezza per tutti possa essere l’incontro positivo e costruttivo di culture diverse.

(27 aprile 2014)