Il mondo arabo e la Shoah

rassegnaSiglata un’intesa sulla filiera kasher tra il liceo ebraico Renzo Levi e l’istituto tecnico agrario Emilio Sereni. A firmare il documento, nell’aula magna del Levi, il preside rav Benedetto Carucci Viterbi e la professoressa Patrizia Marini. “Il protocollo – si legge sul dorso romano del Tempo – determinerà lo scambio di esperienze tra le scuole per accrescere la conoscenza culturale oltre che tecnica, giuridica, amministrativa e professionale degli studenti nella filiera di coltivazione, produzione e commercializzazione di prodotti kosher, e incrementerà la conoscenza e le relazioni con enti e istituti con finalità analoghe in Israele”.

“La narrativa che descrive gli anni Trenta e i primi anni Quaranta come anni di luna di miele tra Hitler e i principali movimenti politici nel mondo arabo compie l’errore di generalizzare quello che fu effettivamente un rapporto di collaborazione tra Amin al Husseini e il Führer estendendolo a tutto il mondo arabo. Furono in molti a rapportarsi con la Germania nazista, ma bisogna distinguere fra i soggetti politici che lo fecero per opportunismo e quelli che invece ne condividevano in una qualche misura l’ideologia come Amin al-Husseini”. Lo afferma l’intellettuale libanese Gilbert Achcar in una intervista rilasciata all’Espresso (autore Davide Lerner) che arriva a pochi giorni dal riconoscimento della Shoah quale “crimine più odioso” da parte del leader dell’Anp Abu Mazen. Achcar denuncia il livello di ignoranza di molte società arabe relativamente allo sterminio (lo definisce “impressionante”) e lancia allo stesso tempo velenose accuse nei confronti dello Stato di Israele e dei suoi governanti. “Netanyahu presiede un processo di espropriazione coloniale, occupazione, discriminazione etnica. Pretendere di parlare nel nome delle vittime dell’Olocausto mentre si compie questo tipo di crimini – afferma – equivale ad insultarle”.

Sempre in Israele, le comunità cristiane si mobilitano per le ultime vicende di intolleranza subite nei luoghi santi e di preghiera. Due le iniziative previste per la giornata di domenica: una conferenza stampa del patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal presso la parrocchia di San Giuseppe ad Haifa e una manifestazione organizzata dall’Interreligious Coordinating Council in Israel (Icci) davanti alla residenza del primo ministro. “Gli atti di vandalismo e soprattutto le minacce di morte anticristiane della settimana scorsa in Galilea hanno suscitato grande emozione e manifestazioni di solidarietà”, scrive l’Osservatore Romano.

In Siria si continua intanto a combattere con nuovi spargimenti di sangue e con destini che sembrano volgere a favore dei soldati di Assad che hanno appena riconquistato Homs, da due anni roccaforte degli insorti. Una vittoria celebrata in pompa magna dal regime anche se la risposta dei ribelli non si è fatta attendere. Da leggere l’articolo di Maurizio Molinari sulla Stampa. “Con un’esplosione che ha scosso l’intera città di Aleppo – scrive il giornalista – i ribelli siriani hanno distrutto l’Hotel Carlton, simbolo del potere di Bashar Assad”.

Ancora grande l’emozione dell’opinione pubblica internazionale per il rapimento di 276 studentesse da parte degli integralisti di Boko Haram avvenuto a metà aprile in un dormitorio di una scuola nel nord est della Nigeria. La solidarietà si diffonde anche sui social network grazie all’hashtag #BringBackOurGirls (“Riportate a casa le nostre ragazze”) in grado di raccogliere il consenso di un milione e 700mila utenti di Twitter in tutto il mondo. “Marcia globale per le liceali rapite”, titola il Corriere della sera.

Numerose le proposte letterarie di interesse ebraico. Sull’inserto Sette del Corriere Stefano Jesurum recensisce Il vangelo dei bugiardi (ed. Nottetempo) di Naomi Alderman. “Di Cristo ebreo – scrive Jesurum – si sono occupati e straoccupati storici e teologi, divulgatori e registi, ma quella della giovane scrittrice inglese, pluripremiata e collaboratrice del Guardian, è una storia davvero particolare e affascinante, la storia di Yehoshua di Nazareth. Gesù al centro di un vangelo ebraico a un anno dalla crocifissione”. Nelle librerie anche L’ufficiale e la spia (ed. Mondadori), volume in cui l’autore di best-seller Robert Harris racconta da una prospettiva inedita il processo Dreyfus e alcuni aspetti meno noti di una vicenda che fece emergere, in tutta la sua evidenza, il rancore antisemita di una parte della società francese di fine Ottocento. La congiura di Hitler (ed. Città Nuova) di Mario Dal Bello parla invece del presunto piano tedesco di invasione del Vaticano e di deportazione di Pio XII. Ne scrive Marco Roncalli su Avvenire.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(9 maggio 2014)