Linda e Cesare tra i Giusti

trieste giustiHanno teso la mano all’istante e si sono prodigati con tutte le loro energie per allontanare pericoli e insidie. E ciò in favore di perfetti sconosciuti, sopravvissuti alle persecuzioni grazie a una prova di coraggio dalle sfumature straordinarie. Per questo i coniugi Linda e Cesare Ordan, da tempo scomparsi, sono stati riconosciuti Giusti tra le Nazioni dallo Yad Vashem, “il tribunale del bene” attraverso il quale lo Stato di Israele conferisce la massima onoreficenza per chi si adoperò contro i crimini del nazifascismo e mise in gioco la propria vita e quella dei propri cari per salvare anche una singola esistenza dalla barbarie di quei giorni. La cerimonia si è svolta nel comune veneto di Campolongo Maggiore (Venezia) alla presenza delle massime autorità cittadine e del funzionario dell’ambasciata d’Israele in Italia Sara Ghilad. A ricevere il riconoscimento la figlia dei Giusti, Agnese Ordan Bertin. Al suo fianco una testimone dell’eroismo che animò il loro impegno: Maura Montanari Israel (nell’immagine), tre anni all’epoca, che fu accolta in casa Ordan assieme ai genitori Carola e Bruno. Erano in fuga i Montanari, costretti a lasciare un’abitazione in cui erano stati accolti a seguito della decisione dei proprietari di non assumersi ulteriori aggravi per timore di violenze e rappresaglie nei loro confronti. “Entrate”, fu il caldo invito di Linda.

Nella doppia veste di familiare e rappresentante del Consiglio della Comunità ebraica di Trieste Nathan Israel ha oggi affermato: “Linda e Cesare non avevano alcun dovere morale nei confronti dei miei cari e invece, senza neppure conoscerli, hanno scelto di rispondere a una vera e propria chiamata del cuore. Li ricordo con emozione perché senza di loro, senza il loro altruismo, non sarei con voi”. Grande la commozione dei partecipanti e ancora saldo il legame tra le due famiglie – salvatori e salvati – per un’amicizia che vive oggi nelle generazioni seguite a quelle direttamente coinvolte nei fatti esposti oggi a Campolongo. “Ciò che gli Ordan fecero per noi in quei lunghi mesi – ha ricordato con gratitudine Maura Montanari – fu quasi indicibile: ogni giorno essi mettevano a rischio la vita loro e dei propri figli, ma Linda diceva sempre che il bene fatto agli altri ritorna sempre a se stessi e che il Signore li avrebbe aiutati. I momenti di angoscia e di eroismo che vivevano gli Ordan e i Montanari si intrecciavano ormai tutti giorni, come le loro vite”. La medaglia dello Yad Vashem chiude adesso il cerchio a un flusso di ricordi che diventa patrimonio dell’intera collettività. “Assieme a mio fratello Michele sono rimasta l’unico anello vivente dei Montanari e, avvertendo questa responsabilità, ho voluto raccontare ai miei figli questa bello storia di sacrificio e di amore. Ho il rimorso di non averlo fatto prima – ha affermato Maura – ma per fortuna sono ancora in tempo per cercare, con tutta la mia anima, di dare il giusto onore ai nostri salvatori”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(15 maggio 2014)