“Un dream team da incubo”

rassegnaLa Repubblica analizza la scelta compiuta da Grillo e Casalegno di trascinare a destra il Movimento 5 Stelle, secondo Gad Lerner un “azzardo politico con cui confidano di poter sopravvivere al doppiaggio subito dal Partito Democratico”, monopolizzando la scelta euroscettica. “Il comico italiano che si affianca all’istrione britannico, lo ha fatto cercando accuratamente lo scandalo, il colpo di scena.” Ma (Corriere della Sera, Giornale) la base M5S si spacca e i militanti grillini protestano per l’esclusione dalla consultazione dei Verdi. L’esito della consultazione online è un plebiscito, con 23mila voti su 29mila a favore dell’alleanza con il gruppo degli euroscettici, e Farage ha commentato “Insieme a Grillo faremo un dream team da incubo per Bruxelles”.

Le manovre dei gruppi populisti europei sono analizzate su Le Monde, che mette in evidenza la priorità di Marine Le Pen: costituire un gruppo di estrema destra in seno al Parlamento europeo. E in Francia le comunità ebraiche sono protagoniste di quello che il venerdì di Repubblica chiama “Il nuovo Esodo”: la diaspora degli ebrei francesi è aumentata in maniera “spettacolare” negli ultimi mesi, con dati senza precedenti. Le ragioni sono molteplici e la crescita della nuova destra, sommata alla violenza di alcune frange islamiche e alla sinistra estrema filopalestinese fanno rinascere antichi fantasmi. E Jean-Marie Le Pen ha aperto il suo blog personale, ripubblicando anche un video contenente battute antisemite. E Marine Le Pen – su la Repubblica – “scopre di avere un nemico in casa” che è ora anche accusato di “sospetto arricchimento personale”.

La situazione irachena è presente su tutti i giornali: la discesa delle pattuglie sunnite – che sarebbero arrivate a trenta chilometri dalla capitale – pare inarrestabile e si ipotizza un intervento occidentale. Lorenzo Cremonesi, sul Corriere della Sera scrive “Iraq al collasso. Tre anni dopo il ritiro americano l’unità del Paese appare minata alle radici”. La guerra civile pare molto vicina e i leader dell’Isis, lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” paiono determinati a marciare su Bagdad. La Stampa si interroga sulla correttezza delle scelte passate e presenta un panorama dei dodici anni di guerra al terrore chiedendosi se “Intervenire era la scelta giusta? O i dittatori erano il male minore? Che cosa ha guadagnato l’Occidente dalle Primavere arabe?”. Cresce anche (Il Messaggero) il timore di una nuova crisi, legata alla paura che i pozzi iracheni si fermino nuovamente, con la conseguente impennata del prezzo del petrolio: l’Opec si prepara all’emergenza. Sulla Repubblica Federico Rampini riporta come in America si stia nuovamente alzando la polemica sulla gestione della crisi irachena, con la destra all’attacco e Obama che sta “valutando l’intervento militare.” Il Giornale titola “Ridateci Saddam e Gheddafi per sconfiggere Al Quaeda”: quattro provocatorie domande per ragionare sull’idea che abbattere i dittatori abbia aperto la strada al terrore. L’Iran è già sceso in campo per assistere “l’amico iracheno” (Corriere della Sera), una reazione più veloce di quella dell’America, a cui però è stato aperto lo spazio aereo. E l’analisi della complessa situazione su la Stampa è affidata allo scrittore e diplomatico Roberto Toscano.

I recupero dei diari di rav David Prato, rabbino capo di Alessandria e poi di Roma fino al ‘38 e dopo la guerra fino al 1951, sono stati l’occasione per il ritrovamento di una pagina manoscritta sulla “Missione in Vaticano in favore degli ebrei polacchi” e Maurizio Molinari su la Stampa racconta come sia stato possibile ricostruire una pagina sorprendente della storia del Novecento, quando i rabbini europei guardavano al Vaticano di Pio XI come possibile fonte di protezione e tutela.

Cultura: Il Premio Bottari Lattes Grinzane 2014 va a Martin Amis, autore su La Repubblica di un lungo testo su “Primo Levi lo scrittore morto due volte”, autore di una prosa che “semplifica le virtù della moderazione, della finezza di intuito e della temperanza intrinseche dell’animo piemontese e possiede una qualità tesa, rigorosa e distillata”. Il medievista Michele Luzzati a Pisa guidava anche il Centro di studi ebraici e con lui, nato a Torino 75 anni fa, la città – nelle parole del sindaco – perde una personalità straordinaria (Corriere della Sera). La Repubblica Roma segnala la mostra “Artiste del novecento tra visione e identità ebraica” che sarà aperta fino al 5 ottobre alla Galleria d’arte Moderna, mentre sul Venerdì di Repubblica ampio spazio viene dedicato alla casa editrice il Mulino che “a 60 anni ritrova l’Italia” e lancia una collana che racconta il paese attraverso una serie di guide d’autore. Fra i primi testi “Ghetti e Giudecche” della storica Anna Foa.
Su Sette del Corriere della Sera Edoardo Vigna racconta la storia di Francesco Lotoro, il pianista barlettano che da 25 anni si dedica al recupero degli spartiti scritti nei campi di concentramento. Sono già più di quattromila le opere recuperate e il suo impegno nel recupero della musica concentrazionaria è ora narrato dal francese Thomas Saintourens in “Il maestro”, pubblicato in Italia da Piemme. La “Donna che sta seduta” di Matisse, uno dei capolavori del “tesoro di Hitler” (Messaggero) fu effettivamente rubata a Paul Rosenberg, collezionista ebreo: la task force al lavoro sulla collezione sta verificando la provenienza di tutte le opere ritrovate.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(13 giugno 2014)