“Being Rutu Modan” – Tel Aviv, giorno 1

rutu modanLa troupe guidata da Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics, è arrivata in Israele e ha iniziato le riprese del documentario con Rutu Modan, un progetto nato dalla collaborazione fra Lucca Comics, l’Ambasciata israeliana in Italia e Pagine Ebraiche. L’illustratrice e autrice di graphic novel israeliana sarà protagonista della mostra che il più grande festival italiano dedicato al fumetto organizza ogni edizione in onore dell’artista che ha vinto il Gran Guinigi – il premio massimo – l’anno precedente. Giovanni Russo ogni giorno scriverà per Pagine Ebraiche 24 una cronaca dal backstage. Oggi la prima giornata di riprese.

Tel Aviv, giorno 1

Primo giorno di riprese. Hila (Noam, che ci assisterà per tutte le riprese) passa a prenderci di buon mattino e ci rechiamo a casa di Rutu Modan. Si tratta di un delizioso appartamento in uno degli edifici bianchi tipici del nostro quartiere, da fuori un po’ malmesso ma all’interno splendido e perfettamente ristrutturato. Lo spazio è organizzato intorno a una grande stanza centrale, che fa da cucina e soggiorno. Rutu mi spiega che ama l’architettura e che ha curato lei stessa la revisione degli spazi interni. Si finisce a parlare di architettura e questo mi dà lo spunto per approfondire con lei il modo in cui la rappresenta nei suoi fumetti, che vedono assegnata ai luoghi un’importanza pari a quella dei personaggi che in essi si muovono.

Poi ci si sposta in esterni, e il pomeriggio vola in un lampo. Si finisce in spiaggia, al tramonto, con Rutu che parla del suo rapporto d’amore con la sua terra in termini concreti e quotidiani che poco hanno a che fare con tutti i simboli associati a questi luoghi, che magari dall’esterno appaiono soverchianti. Semplicemente, ama questa terra perché è nata e cresciuta qui, perché qui sono la sua vita e le persone a cui vuole bene. La semplicità di questa affermazione stride con la realtà di una terra che è stata contesa per millenni per motivi essenzialmente ideologici, che hanno poco a che fare con la vita delle persone e che proprio per questo finiscono spesso per avere su di esse un impatto devastante. Imparo dalle sue parole e dalla semplice osservazione della gente quello che per tutti qui è ovvio, ovvero che un conto è l’identità ebraica, un altro quella israeliana. Ed emerge in questo scarto di percezione un’ambiguità di fondo del concetto di identità, che nel momento in cui ti rende parte di una comunità ti definisce anche agli occhi degli altri, che, a loro volta immersi nella loro e diversa identità, hanno della tua una visione inevitabilmente parziale e quasi altrettanto inevitabilmente distorta. Ma qui il discorso si farebbe complicato, e scusatemi, non ho tempo, non ha senso parlare di questo, devo andare, che cala il sole sul Mediterraneo.

Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics

(18 giugno 2014)