“Politica estera e sicurezza comune tornino al centro dell’Europa”

rassegna“Il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea si è aperto in un quadro di allarmante aggravamento della situazione internazionale”. Ha parlato di crisi in Medio Oriente, inserendola però nel contesto globale fatto della drammatica guerra civile siriana, dell’instabilità libica e ora irachena, degli errori compiuti dopo l’11 settembre e delle gravi tensioni fra Russia e Ucraina, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lunga intervista rilasciata al direttore della Stampa Mario Calabresi pubblicata ieri e ripresa oggi da molti giornali. Un’intervista in cui Napolitano si appella all’Italia ma anche all’Europa perché la politica estera e di sicurezza comune torni al centro dell’agenda. Tra i punti maggiormente approfonditi durante il colloquio, la situazione fra Israele e Gaza.
“Solo poche settimane fa, con l’incontro nei giardini vaticani, si era riaccesa una speranza di pace” sottolinea Calabresi. “Sì, si era accesa prima nella visita di Papa Francesco in Israele e Cisgiordania e poi nel singolare e così significativo incontro spirituale tra Shimon Peres e Abu Mazen in Vaticano. Io stesso, il giorno seguente, avevo incontrato separatamente i due, in nome di un antico rapporto politico e personale, e ne avevo raccolto rinnovati e un po’ più fiduciosi auspici di pace. Purtroppo vedo che entrambi oggi sono in grave difficoltà” la risposta di Napolitano, che poi, su richiesta dell’intervistatore analizza la posizione dei due leader. “Quest’uomo, che ha sempre tenacemente e pubblicamente creduto sia nella necessità sia nella possibilità della pace e nella prospettiva di due Stati pacificamente coesistenti, oggi lancia un estremo appello affinché cessi immediatamente il lancio di missili sul territorio di Israele, paventando altrimenti la fatale conseguenza di una occupazione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Dopo il già durissimo sacrificio di vite palestinesi in conseguenza dei massicci bombardamenti su Gaza, l’invasione della Striscia costituirebbe una escalation dalle conseguenze imprevedibili” dice di Peres. “Abu Mazen, che ha creduto sinceramente nella possibilità di coinvolgere Hamas in una ricerca di dialogo e di negoziato con Israele, non può che considerare una provocazione anche contro l’Autorità nazionale palestinese il rapimento e l’uccisione dei tre giovani israeliani prima e l’offensiva dei missili su Israele poi. Ora vede gravemente limitate le sue possibilità di iniziativa per il ristabilimento di un minimo di pacifica normalità”.
Intanto il governo italiano ha chiesto di discutere la situazione al vertice europeo del prossimo mercoledì (Stampa.

In primo piano sui giornali sono gli sviluppi della situazione sul territorio. “I razzi di Hamas sulle città israeliane Onu, Europa e Usa inseguono la tregua” il titolo dell’aggiornamento pubblicato dal Corriere della Sera, che fa il punto sui missili che continuano a essere sparati da Gaza contro lo Stato ebraico, mentre la comunità internazionale cerca una possibile proposta di soluzione.
“L’agenzia di stampa Al Quds Press afferma che a Beit Lahya, a Nord di Gaza, è stato colpito un orfanotrofio causando la morte di tre bimbi disabili ma fonti ufficiali israeliane, da Roma, smentiscono: ‘È falso’.” A scriverlo è Maurizio Molinari sulla Stampa, tracciando il bilancio delle conseguenze dell’operazione israeliana nella Striscia per fermare i lanci di razzi che continuano a essere sparati a decine contro le città israeliane. “I bombardamenti da aria e mare di Israele hanno causato ieri il bilancio più pesante: almeno 45 vittime civili, portando il totale delle vittime dall’inizio delle operazioni a 150 morti e oltre 960 feriti. A Tufah le vittime sono state 15. Nel rione di Sheik Radwan un missile sparato da un drone ha raggiunto un capannello di persone causando 6 morti e 20 feriti. «È stata una strage» hanno affermato testimoni locali. L’obiettivo dell’attacco erano due dei nipoti di Ismail Hanyeh, il leader di Hamas a Gaza, rimasti entrambi uccisi assieme ai passanti”.
Ancora la Stampa racconta la trappola dei tunnel, che Hamas scava per avere a disposizione bunker e tunnel in cui nascondere i propri esponenti e le armi, ma anche per raggiungere il territorio israeliano. Sulla prima pagina del quotidiano torinese un editoriale dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua.
Spazio sui quotidiani anche all’attenzione che il gruppo terrorista che governa Gaza dedica alla propaganda, utilizzando la televisione ma soprattutto i social media (tra gli altri Fabio Scuto su Repubblica e Fiamma Nirenstein sul Giornale).

Parlamento europeo. Sul Corriere la notizia che della Commissione per le libertà civili farà parte anche l’esponente neonazista tedesco Udo Voigt. A Roma, l’eurodeputato leghista Mario Borghezio ha sfilato al corteo “anti-rom” organizzato da Casapound (Corriere Roma).

Memoria. Nella Capitale, sulle targhe che dedicano la via e il ponte a Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta ad Auschwitz tra i deportati del 16 ottobre, verrà specificata la responsabilità nazifascista della persecuzione, e non più solo nazista, come riporta la dicitura attualmente (Repubblica).

Cultura. Da Gerusalemme, lo storico Sergio Luzzatto racconta il lavoro dei laboratori di restauro di Yad Vashem (Sole 24 Ore domenica, che pubblica pure una recensione de “La mia terra promessa” di Ari Shavit a firma di Viviana Kasam). Su Repubblica Susanna Nirenstein presenta il libro “Harvard Square” di André Aciman (Guanda).

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(13 luglio 2014)