In attesa

minerbi1Mentre rimaniamo in attesa di assistere a come si svilupperà la guerra con Hamas nei prossimi giorni, in un settore del tutto diverso, quello dell’aviazione civile, Israele ha subito martedì e mercoledì il blocco dei voli da parte delle compagnie americane ed europee.
Il blocco è grave perché impedisce o riduce fortemente il flusso turistico.
Per porvi rimedio, nel secondo giorno è stato aperto l’aeroporto di Ovda, e una compagnia italiana ha effettuato una decina di voli.
Forse ancora più grave è la ragione addotta dall’Ente per l’aviazione civile americana: essendo stato abbattuto un razzo palestinese a un miglio (=1,6 km) dall’aeroporto Ben Gurion, è stata presa questa misura precauzionale. Oggi, il blocco americano è terminato ma prosegue quello europeo.
El Al ha salvato la situazione nella misura per quanto possibile, per esempio è stato organizzato un servizio speciale su Larnaca (Cipro) per trasportare i passeggeri che alcune linee aeree vi avevano lasciato.
Intanto sul fronte di Gaza la guerra continua. Israele ha scoperto che un ospedale, el-Wafa, veniva utilizzato dai palestinesi per lanciare i loro razzi e lo ha bombardato. Ieri sono stati uccisi tre soldati israeliani. Circa trentamila persone hanno partecipato ai funerali del sergente Max Steinberg che si era arruolato mentre la famiglia era rimasta negli Stati Uniti. La famiglia è arrivata ieri per partecipare ai funerali.
Ma al di là di queste brevi note di cronaca bisogna segnalare che i caduti israeliani finora sono oltre 30. Se ci sarà un cessate il fuoco di cinque giorni, del quale si parla ora in occasione della fine del Ramadan, le truppe israeliane rimarranno nelle loro postazioni.
È dunque prematuro fare il bilancio di tutta l’operazione alla quale Israele è stata trascinata da giorni consecutivi di razzi lanciati contro le sue città e kibbutzim, in gran parte intercettati dal sistema di difesa “kippat barzel” (cupola di ferro).

Sergio Minerbi, diplomatico

(24 luglio 2014)