lutto…

I segni di lutto per la distruzione del Tempio che manifestiamo nelle tre settimane precedenti al 9 di Av, sono progressivamente stringenti, sino ad attenuarsi già nel pomeriggio dello stesso Tisha’ be Av e a trasformarsi in consolazione a metà del giorno successivo alla tragedia. Non succede così, invece, quando muore un congiunto dove le manifestazioni di lutto hanno inizio solo dopo la sepoltura con i sette dì, i trenta giorni e i dodici mesi. Come se il lutto collettivo per la distruzione del Tempio debba manifestarsi prima della tragedia, per sottolineare e per riflettere piuttosto sulle cause che hanno portato alla distruzione e all’esilio del popolo ebraico. Ma vi è anche un’altra significativa differenza tra quella che sono le modalità del lutto pubblico e quelle del lutto privato. Si piange una persona dopo che lascia questo mondo perché siamo impotenti: dopo la morte dell’individuo non possiamo fare niente per riportarlo in vita. Viceversa, dobbiamo vivere con la certezza che il nostro esilio avrà termine e che rivedremo Yerushalaim ricostruita presto e ai nostri giorni.

Roberto Della Rocca, rabbino

(29 luglio 2014)