#IsraeleDifendeLaPace – Chi non vuole la guerra

Israeli Iron Dome fires missile against Grad missile from Gaza Strip“Nessuno in Israele vuole la ripresa delle ostilità”. Il ministro dell’Economia israeliano Yair Lapid testimonia i sentimenti di un paese stanco di correre nei rifugi a causa della pioggia di missili che partono da Gaza. Ma Hamas ha detto no all’offerta di estendere il cessate il fuoco per altre 72 ore. Un no a cui è seguito questa mattina, ancor prima del termine della tregua temporanea, l’ennesimo attacco contro le città israeliane. Come riporta una nota del ministero degli Esteri israeliano, “alle 4.30 di questa mattina due razzi sono stati sparati dalla Striscia di Gaza”. Tzahal non ha risposto immediatamente all’offensiva di Hamas, ritardando per quanto possibile le azioni militari. Dopo quasi tre ore dalla fine del cessate il fuoco, il premier Benjamin Netanyahu ha dovuto però dare il via libera all’aviazione per arginare la minaccia missilistica di Gaza. In questo quadro, inevitabile l’arenarsi delle trattative in corso al Cairo per arrivare a una tregua duratura. “Non negoziamo sotto attacco”, hanno spiegato i membri della delegazione israeliana, giunti nella capitale egiziana per trovare un accordo con la controparte palestinese. Il portavoce di Tzahal Peter Lerner ha definito inaccettabile e miope la ripresa degli attacchi da parte di Hamas, con i civili di entrambe le parti nuovamente in pericolo. E si contano infatti le prime vittime, con due israeliani feriti dalle schegge dei missili nella zona di Shaar Hanegev e, secondo fonti palestinesi, con la morte di un bambino a Gaza.

(8 agosto 2014)