Museo della Shoah, si rafforza l’ipotesi Eur

rassegnaManca ancora l’ufficialità ma l’intenzione del Campidoglio, si legge sul Corriere Roma, sarebbe quella di abbandonare il progetto di Villa Torlonia e inaugurare al più presto il Museo della Shoah in zona Eur. “Il progetto – scrive Alessandro Capponi – è rimasto fin qui segreto perché nelle intenzioni dovrebbe essere presentato con una conferenza stampa, ma l’accordo tra le parti, e cioè dei membri del cda della Fondazione (Comune, Provincia, Regione, Comunità ebraica), c’è già: fondamentalmente, benché il progetto di Villa Torlonia abbia superato gli ostacoli più ardui e la commissione debba solamente procedere solamente a decretare il vincitore, la strategia è quella di non aspettare oltre, e di regalare anche alla capitale d’Italia il Museo della Shoah”. Nell’articolo si ricorda l’appello formulato dal testimone Piero Terracina, che aveva recentemente auspicato l’inaugurazione della struttura entro il prossimo 27 gennaio, data in cui ricorrerà il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
Sul Corriere Roma appare anche un’intervista a Luca Zevi, progettista del Museo della Shoah di Villa Torlonia. “Spero davvero si tratti solamente di voci non confermate. Anche perché – afferma Zevi, che è anche consigliere UCEI – il Comune ha speso 15 milioni per acquistare l’area, per la quale è prevista non genericamente un’area museale ma il Museo della Shoah, nient’altro. E poi, sempre per parlare di costi, ci sono altri 21 milioni stanziati per un mutuo della Cassa depositi e prestiti. Soldi disponibili, fuori dal patto di stabilità”.

Un significativo richiamo all’importanza di “tutto quello che accade in Medio Oriente e nel Mediterraneo” è arrivato dal neo alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, l’attuale ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini. “L’Europa è nata come progetto di pace” ha detto la Mogherini in conferenza stampa ringranziando l’alto rappresentante uscente, la britannica Catherine Ashton. L’insediamento è previsto per novembre, quando la nuova commissione Juncker subentrerà a quella presieduta dal portoghese Barroso. Alla Farnesina si apre così il toto-successione: il candidato più accreditato sembra essere Lapo Pistelli, fiorentino, attuale viceministro (Corriere).

L’allerta per le nuove minacce dell’integralismo islamico in Italia continua ad essere alta. Su Libero si racconta ad esempio del primo mese di vita della scuola coranica inaugurata a Tor Pignattara in cui, per ammissione dell’imam e della dirigenza comunitaria, si riunirebbero in preghiera anche degli estremisti. “Porte aperte all’invasione”, titola il quotidiano di centrodestra. Il dorso milanese del Giornale intervista invece Davide Piccardo, coordinatore dei centri islamici locali che ha più volte espresso parole di odio e insofferenza verso lo Stato di Israele. “Ho sincero e profondo rispetto per gli ebrei – dice Piccardo – ma ribadisco la mia posizione su Israele. È un giudizio politico”. Alla provocatoria domanda se Israele sia paragonabile ai miliziani dell’Isis, risponde: “I morti ammazzati hanno tutti lo stesso valore”.

Da leggere il reportage di Alberto Flores d’Arcais che, su Repubblica, racconta del pericolo rappresentato dai criminali dell’Isis per la sicurezza dello Stato ebraico. Un pericolo sempre più attuale a seguito della conquista del territorio del Golan siriano dopo la fuga delle truppe leali ad Assad. “I guerrieri di Allah – scrive Flores d’Arcais – sono lì sotto, poche decine di metri da questo crinale dove la bandiera bianca e azzurra con la stella di David segna l’ultimo avamposto d’Israele sulle alture del Golan. Sono nascosti tra quelle case di pietra che si vedono ad occhio nudo, hanno già conquistato il crocevia di Quneitra, hanno issato sulle case distrutte la loro bandiera nera”.

La crisi geopolitica globale, l’avanzata del fondamentalismo islamico, il cosiddetto “scontro di civiltà” teorizzato da Samuel Huntington sono il tema di un’interessante riflessione di Furio Colombo sul Fatto Quotidiano. “L’unica civiltà possibile deve ancora nascere”, titola il quotidiano di Padellaro.

Fu luogo di evangelizzazione, fermento religioso e, persino, di propaganda nazista. Il complesso di Sarona, nato nel 1871 su impulso di una setta di visionari cristiani giunti dalla Germania, è adesso uno dei luoghi della “dolce vita” d’Israele. Del progetto di riqualificazione dell’area, ricco di aneddoti significativi, parla Aldo Baquis sul Quotidiano Nazionale. Sempre di Israele scrive Anna Momigliano sull’inserto La Lettura del Corriere introducendo il progetto di online dating “ristretto” sviluppato da un’associazione che si occupa di vacanze per ragazzi.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(31 agosto 2014)