Qui Roma – In campo per la pace

stadio olimpico“Nella mia squadra giocano Messi, Inzaghi, Maradona e in porta Buffon”. Non è una improbabile fantasticheria da fantacalcio. Stasera alcune stelle del calcio scenderanno infatti in campo allo stadio Olimpico per giocare la Partita interreligiosa per la Pace voluta da papa Bergoglio con il sostegno di diverse realtà del mondo istituzionale e sportivo. La vittoria risiede nel messaggio da trasmettere: la costruzione di una società pacifica e fraterna fondata sui valori della perseveranza e la lealtà. Un messaggio che non conosce confini, nonostante la polemica esplosa qualche giorno fa: Mohamed Aboutreika, ex campione egiziano, si è rifiutato di aderire all’iniziativa per non fronteggiarsi con calciatori “sionisti”, facendo riferimento alla presenza, all’interno della formazione, degli israeliani Yossi Benayoun, attualmente al Maccabi Haifa e con un passato nei più illustri club inglesi; Tomer Hemed, classe ’87 e giocatore dell’Almeria; Dudu Aouate, dal 2009 al Maiorca. Aboutreika si è più volte schierato sulla questione medio-orientale, ‘sfoggiando’ anche in campo una maglia con su scritto Sympathize with Gaza. Una polemica decisamente in contrasto con il fine dell’iniziativa. Il match si svolgerà alle 20.45 e si potrà seguire la diretta su Rai1. L’intero ricavato verrà devoluto in beneficenza, coinvolgendo le associazioni Scholas Occurrentes (che promuove la “cultura dell’incontro”) e la Fondazione Pupi, creata dall’asso argentino Javier Zanetti. In occasione delle partita, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, lancia un suo messaggio: “In un’ampia fascia geografica dall’Africa al vicino Oriente la religione sta assumendo il ruolo di cemento unificante di movimenti violenti e intolleranti che portano morte e distruzione. La religione deve essere invece strumento di vita e costruzione di una società e di un mondo migliore (…) è una consolazione vedere un evento simbolico, come questa partita, mandare segnali opposti”. Appuntamento questa sera, per dare un calcio all’intolleranza.

Rachel Silvera

(1 settembre 2014)