“Una giornata per l’apertura”

Illustri autorità e cari amici,

sono lieto di dichiarare aperta, con questa manifestazione, la 15° edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.

Il fine e la ragion d’essere di tutti gli eventi che si svolgeranno oggi in tutti i paesi europei è di lanciare un forte e diffuso messaggio di apertura, di dialogo e di amicizia rievocando l’antica e profonda integrazione degli ebrei in tutta Europa e, nel nostro caso, in particolare nella società italiana.

Tutti certamente ricorderanno quanto a lungo si è parlato, negli anni scorsi, delle radici ebraiche e cristiane dell’Europa.

Certamente in Italia la presenza ebraica è la più antica e risale a oltre 2200 anni fa e questa presenza si è rivelata fondamentale nella costruzione della nazione italiana.
Non è certamente un caso se l’Intesa sottoscritta ed entrata in vigore nel 1989 tra lo Stato italiano e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane definisca queste comunità come “formazioni sociali originarie” con una definizione al tempo stesso bella e storicamente e giuridicamente corretta.

Ciò che con questa giornata vogliamo esprimere e manifestare è la preziosa ricchezza che può derivare per tutti dalla pacifica convivenza e dalla reciproca accettazione di diverse matrici e di molteplici radici culturali.

I valori supremi nei quali gli ebrei, e non solo gli ebrei, credono, nei quali si riconoscono e che essi perseguono e inseguono da sempre sono la libertà di pensiero e di espressione, la pari dignità e il reciproco rispetto.

Anche i frequenti spostamenti degli ebrei in territori diversi spesso sono stati determinati da “l’inseguimento della libertà” e colpisce constatare come, ancora oggi, sia attuale nel mondo questa antica aspirazione, non solo per gli ebrei ma per popoli, etnie e gruppi religiosi di tutti i continenti i quali spesso scelgono, o sono costretti ad emigrare dai propri paesi.

Non è un caso che il tema centrale di questa giornata sia “la figura femminile nell’ebraismo, Donna Sapiens”.

A nessuno può sfuggire il fatto che, nell’attuale periodo storico, la “questione di genere” e quindi il ruolo della donna nella società, nella famiglia, nel lavoro, nell’educazione dei bambini e dei ragazzi, si riveli come uno dei fattori fondamentali che distingue le civiltà e le società libere, democratiche, progredite, da quelle nelle quali imperano ingiustizie, discriminazioni e pregiudizi che producono un doppio danno: da una parte calpestano i diritti e dall’altro impediscono a più della metà delle persone di contribuire al benessere e al progresso di tutta la società.

Questo evento vuol essere una manifestazione e vuole lanciare un messaggio che renda evidente la nostra consapevolezza e la nostra ammirazione per l’apporto concreto, positivo e quotidiano che le donne hanno sempre donato e la nostra ferma determinazione a schierarci sempre a tutela dei diritti di tutte le donne, madri, figlie, sorelle, persone ancora tanto spesso vittime di violenze e di soprusi.

Come rappresentante delle 21 Comunità ebraiche italiane mi piace insistere sul significato che è proprio di questa giornata: la grande apertura verso tutti e tra tutti.

Siamo certi che solo l’apertura e il dialogo possano generare la reciproca fiducia e la caduta dei pregiudizi e dell’intolleranza.

Concludo con un fraterno e affettuoso saluto a tutte le autorità e a tutta la popolazione di questa città stupenda, civile, colta che, per prima, ha dimostrato di voler agire per mettere concretamente in pratica gli alti valori che ho appena enunciato.

Questo è a mio avviso il vero significato della decisione di far sorgere a Ferrara il primo museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah.

Dobbiamo dirlo chiaramente e a voce alta: questo museo sarà un’opera che consentirà di far luce su un importante e lungo capitolo della storia italiana e di quella ebraica che merita di essere ancor più studiato, capito e insegnato.

Per questo motivo è un’impresa di alto valore culturale per tutto il nostro paese e per la quale siamo grati a tutti i ferraresi.

Renzo Gattegna, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

(14 settembre 2014)