Trenta paesi contro l’Isis

rassegna“Pronti a tutto per sconfiggere lo Stato Islamico”. Dal summit di ieri a Parigi è emerso l’impegno di trenta paesi del mondo, tra cui dieci arabi, a combattere la minaccia definita “globale” dello Stato islamico. Ma questo impegno, come spiega il Corriere della Sera, è stato inteso da ogni paese in modo diverso: “se gli Stati Uniti hanno già cominciato a bombardare l’Isis e la Francia si appresta a farlo, la Gran Bretagna non ha ancora deciso se mandare i propri aerei, e la Germania arma i peshmerga curdi con missili anticarro”. “Bisogna fare presto”, afferma il capo della Farnesina Federica Mogherini che ribadisce l’impegno italiano nel fornire supporto umanitario e militare ma esclude per il momento un intervento diretto in Iraq. Dai trenta di Parigi mancava l’Iran, ricorda Maurizio Molinari che su La Stampa descrive i delicati equilibri internazionali legati al politica di contrasto dell’Isis: la Russia chiede il coinvolgimento di Damasco e Teheran, gli americani tendono la mano a Khameini e il leader supremo iraniano dichiara il suo rifiuto a collaborare in diretta tv. A riassumere il summit parigino, le parole di Vittorio Zucconi su Repubblica, “quella che arriva dalla capitale francese è una risposta insieme necessaria e insufficiente” e il perché è spiegato nel titolo del suo editoriale “Ma in quella strana alleanza, troppi fiancheggiatori segreti dell’Is”. Alcuni dei paesi arabi presenti a Parigi, infatti, hanno finanziato più o meno direttamente le armate del Califfato, hanno armato i jihadisti che stanno sconvolgendo il Medio Oriente e minacciano l’Occidente.

Inaugurata al museo Diocesano di Milano la mostra Chagall e la Bibbia, curata da Claudia Zevi, Meret Meyer, nipote dell’artista e vicepresidente del Comité Marc Cha-gall, e dal direttore del museo Paolo Biscottini (Giorno Milano). La mostra è stata presentata ieri nel corso del Festival di cultura ebraica Jewish and the city, con la partecipazione delle curatrici e del filosofo e psicanalista francese Daniel Sibony. All’inaugurazione serale della mostra era presente anche il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib (Avvenire).

Dopo lo Jobbik d’Ungheria e l’Alba Dorata greca, anche in Svezia si registra un exploit elettorale da parte dell’estrema destra. A guidare il partito Svedesi democratici, che dalle urne domenica scorsa è uscito con un buon 12% di voti, Jimmie Akesson, di cui il Corriere tratteggia la biografia. Un uomo con il vizio del gioco (una settimana fa ha perso 50mila euro in scommesse) e con un passato tra teste rasate, svastiche e saluti nazisti. Nel 2000 “Akesson ripulì il partito dalle ferraglie nazi-fasciste”, scrive il Corriere ma la retorica razzista e xenofoba rimane. Il bersaglio sono gli immigrati e il mondo islamico in generale, “la rovina della Svezia”, secondo Akesson.

Intanto nel Sud d’Europa continua il dramma dei migranti. Negli ultimi cinque giorni ne sono morti 800, ingoiati dal Mediterraneo mentre cercavano di sbarcare in Europa. “Una crisi umanitaria senza precedenti”, afferma l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu e intanto tarda ad arrivare il passaggio di testimone dall’Italia, impegnata con l’operazione Mare Nostrum a soccorrere i profughi del Mediterraneo, all’Europa (Repubblica).

“Sono felice di questo lavoro in cui, grazie ad Arlo & Cantierranti, esco dall’ambito strettamente ebraico per proporre brani nuovi in cui il klezmer si fonde con il reggae e con la canzone d’autore, il rock con i ritmi africani e l’elettronica ambient con il rap”. Su la Nazione, Enrico Fink, musicista e direttore artistico del Balagan Caffé – manifestazione culturale organizzata dalla Comunità ebraica di Firenze – presenta il suo ultimo lavoro, Materiali Sonori.

Daniel Reichel

(16 settembre 2014)