In marcia contro l’Isis

rassegna Un caso storico, una battaglia giudiziaria che potrebbe riaprire la strada del risarcimento da parte della Germania a centinaia di vittime e familiari dei deportati italiani del Terzo Reich: sarà forse domani la Corte costituzionale, pur se composta da solo tredici dei suoi quindici componenti per via della situazione di stallo che ancora permane in Parlamento, a ribaltare la situazione. Il neo presidente della Corte Giuseppe Tesauro, uno dei massimi esperti di diritto comunitario ed internazionale, in quanto giudice relatore potrebbe – come spiega il Messaggero – portare a termine l’ultimo grado di una battaglia giudiziaria passata attraverso cinque gradi di giudizio. I ricorsi per risarcimento danni hanno avuto uno stop nel febbraio del 2012, quando la Corte internazionale di giustizia diede torto all’Italia riaffermando l’immunità della Germania rispetto alla giurisdizione di altri stati e imponendo di non dare seguito alle numerose sentenze di risarcimento che avevano ricevuto il via libera della Cassazione. Secondo la Corte dell’Aja gli orrori commessi dai nazisti sui cittadini italiani sono sì illegittimi ma devono essere qualificati quali atti “iure imperii”, commessi dal Terzo Reich nell’esercizio dei poteri sovrani. (Mattino)
C’è anche chi dei risarcimenti non vuole sapere nulla perché “Il male non si può cancellare così”, come spiega per esempio al Messaggero Amedeo Tedesco, 70 anni, che ha visto la proprio famiglia cancellata e commenta “Non voglio i soldi di chi uccise i miei parenti.”

Si è chiusa con l’immagine molto forte di un flash mob la fiaccolata contro il terrorismo a cui hanno preso parte ieri sera decine di associazioni religiose islamiche italiane, per condannare la cultura dell’odio e i crimini commessi dall’Isis. Donne in bianco sdraiate a terra, uomini in nero che tengono per il collo prigionieri inginocchiati, e la bandiera nera che viene bruciata per dire, con i tanti leader in piazza nonostante i controlli e le minacce di servizi segreti dei rispettivi paesi d’origine che “Le azioni dell’Is non sono islamiche e noi li combatteremo ogni giorno fino alla loro sconfitta, saremo lo scudo democratico contro i criminali che cercano di mimetizzarsi fra di noi, uccidendo persone innocenti e le minoranze”. (Repubblica Milano)
La partecipazione massiccia ha visto moltissime donne in piazza, e nessuna bandiera di partito, nonostante i molti volti noti della politica milanese che hanno scelto di scendere in piazza. Stefano Boeri, unico politico a salire sul palco, ha ricordato che “Milano è una città dove la convivenza è consolidata, la nostra voce deve essere fortissima contro il fondamentalismo che si presenta come azione criminale”.
L’iniziativa era partita qualche giorno fa, quando la web radio Dirittozero aveva lanciato un appello ai musulmani d’Italia per una manifestazione di condanna netta al terrorismo dell’Isis. Come racconta oggi il Corriere nelle pagine milanesi, una dopo l’altra sono arrivate le adesioni da parte delle diverse comunità islamiche di tutto il Paese.

Berlusconi, parlando ieri alla scuola di formazione politica di Forza Italia, ha sostenuto che “in questo momento la maggioranza dei cittadini israeliani sta pensando sia corretto difendersi con la bomba atomica”. Nonostante abbia anche detto chiaramente di non poter rivelare chi siano i suoi interlocutori né le sue fonti la notizia è stata ripresa da alcune testate (Messaggero, Repubblica e Mattino).

Mentre a Roma continuano le conferenze in occasione della mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica, alla Galleria di Arte Moderna (Corriere Roma), il Giornale dedica una pagina a Steve Reich, che ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera nel corso del cinquantottesimo Festival di Musica contemporanea di Venezia. Pioniere del minimalismo insieme a personaggi come LaMonte Young e Philip Glass, nella motivazione viene definito “rappresentante carismatico di un modo nuovo e originale di intendere la musica, che tanta influenza ha esercitato sulle giovani generazioni non solo americane”.

Leonard Cohen, in occasione dei suoi 80 anni, viene celebrato sul Corriere della sera con un lungo articolo che ricorda “la sua inconfondibile voce rauca”. Il nuovo disco, Popular problems, raccoglie ballate blues, amori e attualità: il tredicesimo album del cantautore canadese è composto di brani che oscillano fra il personale e temi più ampi, le tragedie delle guerre, l’uragano Katrina e lo spettro dell’11 settembre, mentre alcuni suoni orientaleggianti lasciano immaginare che il conflitto di cui si parla possa essere quello che ha contrapposto Israele a Hamas.

Abraham Tokazier, sprinter ebreo che a Helsinki nel ‘38 tagliò il traguardo per primo con la divisa del Maccabi, venne “punito” dalla Finlandia, succube dell’avanzata nazista, che gli scippò la medaglia e lo considerò quarto dietro tre “ariani” in omaggio all’alleato tedesco. La sua storia, pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno, racconta della allora latente campagna antisemita e dell’opportunismo politico di un paese che, a distanza di settantacinque anni, accoglie il reclamo del presidente del Maccabi e rende la medaglia sottratta.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(22 settembre 2014)