La Juedische Allgemeine dà voce agli ebrei italiani “Crimini nazisti, dalla Corte una sentenza esemplare”

ishot-197“Italien ist in Guter Verfassung”, l’Italia è in ottima Costituzione. È un titolo forte, ironico e sferzante quello che i giornalisti dell’autorevole settimanale ebraico tedesco Juedische Allgemeine Wochenzeitung hanno assegnato all’editoriale dedicato alla sentenza della Corte Costituzionale, dove si riafferma il diritto delle popolazioni civili vittime delle violenze nazifasciste di agire nelle cause civili per il risarcimento del danno contro lo Stato tedesco.
Il giornale, notoriamente considerato molto influente e molto ascoltato negli ambienti della Cancelleria berlinese, è presente di diritto, oltre che nelle edicole e nei locali pubblici delle principali città, in tutti gli uffici del governo tedesco, nei centri culturali, nelle biblioteche e nelle scuole statali.
Con un gesto significativo la direzione del settimanale pone in forte evidenza l’articolo, che suona come una dura messa in guardia rivolta all’esecutivo tedesco il quale già in passato aveva cercato di resistere a questa impostazione giuridica, ma ne affida anche la stesura a un opinionista ebreo italiano, Guido Vitale, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Scrive Vitale, ribadendo punto per punto la linea già tracciata dal Presidente dell’Unione Renzo Gattegna: “Secondo le valutazioni emesse dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si tratta di una sentenza esemplare, di grande valore morale, che rende giustizia alle vittime delle persecuzioni e dei genocidi e ai loro discendenti. Una sentenza che costringe tutti gli Stati a confrontarsi e a rispettare i valori contenuti nella Costituzione che l’Italia repubblicana volle darsi nel 1948 dopo la definitiva disfatta delle dittature fascista e nazista che avevano adottato il razzismo e il sistematico sterminio di intere popolazioni come pratica di conquista e di asservimento”.
Gli ebrei italiani, sottolinea ancora Vitale, ritengono che questa sentenza costituisca “un ulteriore passo verso la libertà e l’eguaglianza di tutti gli esseri umani” e per eliminare “qualsiasi ostacolo al corso della Giustizia”.
Nell’intervento si ricorda inoltre come il giudizio della Corte costituzionale riguardi il caso dei 244 civili assassinati dai militari tedeschi il 29 giugno del 1944 nelle località di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio. Ma evidentemente, prosegue Vitale, il principio che nega l’immunità degli Stati responsabili di azioni criminali nei confronti delle popolazioni civili “rischia di scatenare numerose altre azioni legali per il risarcimento del danno subito da molti cittadini”. Va quindi profilandosi un conflitto con il ministero degli Esteri tedesco, che non sembra disponibile a riconoscere i principi della Costituzione italiana, e soprattutto con la Corte internazionale dell’Aja, “che nel 2012 aveva dichiarato su richiesta del governo tedesco l’immunità degli Stati”.
Come che stiano le cose la sentenza della Corte costituzionale, firmata dallo stesso presidente Giuseppe Tesauro, ha il merito – conclude Vitale – di richiamare l’attenzione sul principio che i crimini commessi dalla dittatura fascista e nazista “non devono e non possono mai essere dimenticati e coperti dall’impunità” e che la Giustizia “non deve piegarsi alle esigenze dei governi”.

(30 ottobre 2014)