Qui Firenze – Carlo Alberto Viterbo, commosso omaggio in Comunità

caviterbo“Per molti anni Carlo Alberto Viterbo (1889-1974) ha offerto un contributo di ampio respiro allo sviluppo e alla divulgazione del patrimonio ebraico in Italia. Tuttavia, ad eccezione di alcuni sporadici accenni in articoli e libri, non vi è mai stato uno studio circostanziato sulle sue attività. Eppure da molti suoi contemporanei viene considerato un Maestro, una delle figure più rappresentative che dette lustro e decoro a tutto l’ebraismo italiano”.
È quanto scriveva, in un dettagliato saggio apparso sulla Rassegna Mensile di Israel nel 2012, la storica e docente universitaria Elizabeth Schachter, che alla vita degli ebrei italiani ha dedicato studi e ricerche di notevole densità.
Un primo fondamentale tassello per rendere giustizia alla memoria di una figura che ha lasciato il segno e che ha suscitato nuovi stimoli in occasione della giornata di studio dedicatagli ieri dalla Comunità ebraica fiorentina.
Giornalista, avvocato, linguista con una forte propensione all’avventura come testimonia il viaggio compiuto nel ’36-37 per prendere contatto con le popolazioni ebraiche d’Etiopia, Carlo Alberto Viterbo spicca – tra i protagonisti dell’ebraismo italiano novecentesco – per la trasversalità e l’intensità del suo impegno. Un impegno che ha trovato voce nelle quattro relazioni che hanno animato la giornata di studio. Assieme alla Schachter gli studiosi Bruno Di Porto, Emanuela Semi Trevisan ed Elena Mazzini. A moderare gli interventi l’editore Daniel Vogelmann.
Sala gremita, relazioni di qualità, attenzione e anche qualche lacrima di commozione nell’uditorio.
In prima fila alcuni esponenti della famiglia Viterbo tra cui Giuseppe, figlio di Carlo Alberto, e il nipote Emanuele, che ricopre oggi l’incarico di segretario generale della Comunità. A riannodare il filo dei ricordi è anche Lionella Neppi Modona Viterbo, moglie di Giuseppe, che ricorda con gratitudine mista a commozione: “Carlo Alberto non è stata solo la persona che mi ha accolto in famiglia come una figlia, il nonno affettuosissimo che sapeva intrattenere i nipotini insegnando lor le prime parole di ebraico ma anche portandoli nel bosco a cogliere le more o costruendo un aquilone, ma un vero amico”. A lui si deve infatti lo stimolo per dare avvio a una serie di collaborazioni con la stampa ebraica e l’impegno per la tutela di tante memorie locali attraverso studi, scritti e pubblicazioni. “La giornata è stata bella e intensa. Il giusto omaggio a un grande protagonista dell’ebraismo italiano”, commenta la presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli.

(17 novembre 2014)