Gerusalemme
ancora violenza

rassegnaNon si placa la spirale di violenza in Israele. Due studenti israeliani, come riporta La Stampa di oggi, sono stati accoltellati mentre si trovavano nei pressi della porta di Jaffa, a Gerusalemme. “Una delle vittime ha detto alla polizia di essere stato assalito da un palestinese, che è riuscito a fuggire”. Il quotidiano torinese la decisione del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, di condannare l’attentato di una settimana fa in una sinagoga di Gerusalemme in apertura della sessione plenaria a Strasburgo. Avvenire racconta invece il clima di paura che si respira nella capitale israeliana a causa dei tanti attentati.

Sui quotidiani italiani, la polemica israeliana sul disegno di legge, votato a maggioranza dal governo di Benjamin Netanyahu, che vuole riconoscere il carattere ebraico di Israele. Una proposta che ha diviso l’esecutivo ed è avversata dai ministri Tzipi Livni e Yair Lapid. “La nuova nonna verrà usata per delegittimare il Paese da chi già lo considera razzista e discriminatorio”, scrive Davide Frattini sul Corriere della Sera, citando le preoccupazioni dell’editorialista conservatore di Yedioth Ahronoth Ben Dror Yemini. Secondo i costituzionalisti, riporta Frattini, la norma sposta il peso sul carattere ebraico di Israele, mettendo in secondo piano l’elemento democratico, “senza mettere per iscritto l’uguaglianza per le minoranze, per quel 20% di arabi israeliani che sono cittadini a tutti gli effetti, con passaporto e diritto di voto”. Il Fatto Quotidiano affida l’analisi della situazione al discusso giornalista di Haaretz Gideon Levy che parla di legge strumentale, usata dal premier Netanyahu per reperire voti tra la destra più oltranzista. La proposta di legge, afferma Levy, “salvaguarda i diritti dei singoli cittadini dello Stato d’Israele, quindi anche di quelli arabo-iraeliani, ma è evidente che crea un clima di discriminazione culturale”. Sull’argomento il Fatto chiede un parere anche al comico Moni Ovadia.

Il Museo di Berna accoglierà la collezione di Cornelius Gurlitt, composta da diverse opere trafugate dai nazisti alle famiglie ebraiche. Si tratta di 1200 capolavori di Matisse, Picasso, Monet, Klee e altri grandi della pittura, che Gurlitt – morto lo scorso maggio a 81 anni – ha tenuto nascoste per oltre mezzo secolo e ha lasciato in eredità al museo svizzero. “Se gli svizzeri hanno accettato di prendersi un patrimonio così contestato – scrive La Stampa – è perché la Germania si è incaricata di trovare i legittimi proprietari delle opere di origine dubbia”. Tra cui i discendenti degli ebrei defraudati dai nazisti delle loro collezioni. “Trovo positivo che l’eredità vada ad un’istituzione pubblica, che ha proposto di restituire ai legittimi proprietari ogni opera d’arte di dubbia provenienza”, dichiara il gallerista Markus Deschler intervistato da La Stampa.

Putin e il finanziamento agli estremismi europei. Dopo la notizia di ieri, dei nove milioni inviati dalle casse del presidente russo al partito di Marine Le Pen, oggi sembra che l’obiettivo dell’inquilino del Cremlino sia più ampio: finanziare i nazionalisti europei per far implodere il Vecchio continente (Repubblica). Tra i beneficiari, potrebbe esserci anche la Lega di Matteo Salvini che in ottobre aveva incontrato Putin due volte. Salvini parla di un appoggio della Lega alla Russia disinteressato e di non aver ricevuto finanziamenti.

In Italia, intanto, il movimento Cinque Stelle deve fare i conti con quella che appare come un’altra bocciatura elettorale. Una debacle analizzata dai quotidiani oggi e su cui il leader Beppe Grillo non sembra voler intervenire, distogliendo l’attenzione sul suo blog sulla questione e dando spazio al revisionismo storico in merito al fascismo. In particolare sulla presunta innocenza di Mussolini rispetto all’assassinio di Giacomo Matteotti per bocca di Arrigo Petacco, autore di un libro sulla questione. “Torna l’immagine edulcorata di un Duce bonario – scrive Antonio Carioti sul Corriere in merito al post sul blog di Grillo – propenso al compromesso con l’opposizione socialista, trascinato suo malgrado sulla via della tirannide. Un copione logoro, già udito un’infinita di volte”. Carioti spiega che la decisione di Grillo di dare spazio a queste tesi appare più che altro come un metodo per distogliere l’attenzione dai risultati elettorali “poco lusinghieri”.

Si è concluso ieri a Roma il vertice tra il presidente egiziano Al Sisi e la dirigenza politica italiana. Sul tavolo, la lotta ai fondamentalisti dell’Isis e la stabilità della regione. In merito, il Corriere della Sera sottolinea come il generale egiziano abbia dichiarato, in un’intervista concessa al giornale, che “l’Egitto può svolgere un ruolo costruttivo nello scontro tra israeliani e palestinesi e, si augura il Cairo, nella creazione con adeguate garanzie di uno Stato palestinese”.  Convergenze tra Egitto e Italia in merito alla necessità di combattere la minaccia jihadista del Califfato mentre la gestione della situazione libica appare differente. Rimanendo in tema di gestione della crisi del Medio Oriente, il presidente Barack Obama ha licenziato il suo ministro della Difesa, Chuck Hagel. Il capo del Pentagono è stato silurato dalla Casa Bianca perché la conduzione della lotta all’Isis è stata ritenuta insoddisfacente (Corriere). Hagel, repubblicano, ha un passato controverso: fu “lui che accusò la «lobby ebraica» di attanagliare la politica americana – scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale – e che nel ’99 fu l’unico senatore a non firmare un documento del senato contro l’antisemitismo”. Obama, che intanto ha dovuto prorogare ancora i negoziati con l’Iran vista la mancanza di un accordo sul nucleare (Repubblica) sta pensando a una donna come sostituta, Michèle Flournoy.

Le donne sono invece il bersaglio del presidente turco Erdogan (Corriere). “Non sono uguali a noi”, ha dichiarato Erdogan alla vigilia della giornata contro la violenza sulle donne. Contro queste affermazioni, l’editoriale di Pierluigi Battista che in Erdogan vede un “onnipotente presidente” che “sta sempre più scivolando verso l’integralismo religioso, la resa di ogni parvenza di laicità, l’accomodamento con i guardiani della fede, l’odio per l’«entità sionista», il disprezzo per le donne sancito dai testi sacri”.

Daniel Reichel

(25 novembre 2014)