Preoccupazioni e disaccordi dopo la morte di Ziad Abu Ein

rassegnaSe muore Ziad. “Il corpo avvolto nei colori della bandiera palestinese, il saluto militare. Le armi estratte alla cerimonia ufficiale nel palazzo della Muqata sono quelle della guardia presidenziale. Per le strade di Ramallah ricompaiono per la prima volta in dieci anni i gruppi di incappucciati che imbracciano invece i kalashnikov”. Dopo il funerale del cinquantacinquenne palestinese Ziad Abu Ein, leader legato a Marwan Barghouti e morto mercoledì dopo un malore durante una manifestazione alla quale sono seguiti degli sconti con la polizia israeliana, Fatah chiede vendetta. Una situazione delicata ed ancora non del tutto chiara raccontata da Davide Frattini sul Corriere della Sera: “All’autopsia hanno partecipato medici palestinesi, israeliani, giordani. Hanno assistito agli stessi esami nell’obitorio di Abu Dis, in Cisgiordania, ne leggono i risultati in modo diverso. Secondo il ministero della Sanità a Gerusalemme, Abu Fin è morto per un infarto, lo stress della situazione tra le cause. Secondo gli anatomopatologi palestinesi sarebbe stato ucciso: il cuore avrebbe ceduto per I gas lacrimogeni, l’aggressione e i colpi dell’ufficiale della polizia di frontiera (un video mostra l’israeliano che gli stringe le mani al collo), perché gli è stato impedito di raggiungere l’ospedale quando si è sentito male”. Intanto mentre Abu Mazen si è preso del tempo per capire con quale strategia rispondere, il premier israeliano Netanyahu richiama alla calma di fronte ad un evento che potrebbe riaccedendere una nuova stagione di scontri.

Spari contro l’ambasciata israeliana in Grecia. Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi vicino all’ambasciata di Israele ad Atene. Nessun ferito né danno a edifici. Gli aggressori, quattro persone, si sono avvicinati all’ambasciata alle 3.20 di questa mattina a bordo di due motociclette e hanno esploso dei colpi di kalashnikov in direzione dell’edificio della diplomazia israeliana. L’attacco arriva a due giorni di distanza dalla morte nella West Bank di un ministro palestinese. In passato in Grecia ci sono state violente manifestazioni contro la politica israeliana e in supporto dei palestinesi. Non è la prima volta che si registrano attacchi contro ambasciate nella Capitale greca: nel 2007 il bersaglio era stata la residenza diplomatica americana, nel 2013 quella tedesca (Times of Israel).

Il terrore batte i record. 168 vittime al giorno, questo il terribile bilancio del terrorismo della Jihad globale nel mese di novembre. Ad essere in testa l’Isis, come racconta Maurizio Molinari sulla Stampa: “Un diluvio di 664 attentati, agguati, decapitazioni, esplosioni, morti e atti di sangue che il Centro internazionale per lo studio dell’estremismo e della violenza politica (Icsr) di Londra ha esaminato nel dettaglio arrivando a una radiografia del jihad globale: uccide in 24 nazioni ma l’80% delle vittime si registra in 14 ed è l’Iraq dove miete più vittime, seguito dalla Nigeria palcoscenico di Boko Haram, dall’Afghanistan teatro della rinascita dei taleban e dalla Siria”.

Una richiesta agghacciante. Sul Giornale la notizia che l’Isis avrebbe chiesto un milione di dollari di riscatto per restituire i resti del corpo di James Foley, il giornalista americano ucciso dai terroristi. Isis sarebbe disposto in cambio di denaro a fornire anche il test del dna che certifichi l’autenticità dell’identità della vittima.

Ritorno a casa. Sul Secolo XIX un approfondimento di Lorenzo Cresci in tema di Aliyah, il ritorno ebraico verso la Terra Promessa. Un fenomeno che coinvolge circa 300 ebrei italiani l’anno. Il demografo Sergio della Pergola spiega: “Le cause sono primariamente economiche, e fanno parte della crisi generale del sistema italiano, ma a queste si aggiungono cause specifiche legate all’aumentato antisemitismo. Quest’ultimo fenomeno è largamente percepito nelle comunità ebraiche, anche se non ai livelli acuti di paesi come la Francia, il Belgio o l’Ungheria. Più specificamente, l’ostilità nei confronti di Israele, esistente in vari ambienti politici e culturali, si traduce inevitabilmente in espressioni e manifestazioni antiebraiche che urtano la sensibilità del pubblico ebraico”. E se tanti sono gli italiani soddisfatti della scelta, Cresci racconta anche la storia di Micol che ha fatto dietro front dopo tre anni: “Il primo, fantastico, come volontaria in un kibbutz. Poi, dopo l’aliyah, ho studiato la lingua e lavorato. Un Paese stupendo, gente fantastica. Ma con il passare del tempo, il conflitto e le contraddizioni mi hanno lasciato perplessa. Non li ho sentiti parte di me. E sono tornata in Italia”.

“Autopsia di un crimine antisemita”. Giulio Meotti del Foglio torna sui terribili fatti di Créteil, la periferia nella quale la scorsa settimana è stata aggredita una giovane coppia di ebrei. Partendo dalla copertina di Libération dedicata al crimine, Meotti ripercorre la vicenda che definisce “una sorta di Arancia Meccanica”.

“Innocenza e pregiudizio”. La storica Anna Foa recensisce sull’Osservatore Romano “L’ufficiale e la spia” (ed. Mondadori) di Robert Harris, il libro che ripercorre l’Affare Dreyfus: “Affronta una storia che ha cambiato la Francia e forse anche l’Europa, il romanzo di Robert Harris: è quella di Alfred Dreyfus, l’ufficiale ebreo francese che nel 1894 fu accusato ingiustamente di essere una spia tedesca e la cui vicenda processuale divise profondamente in due l’intero Paese ed emozionò l’Europa. Il romanzo, da cui il regista Roman Polanski sta traendo un film, ha vinto il prestigioso National Books Awards”.

Un incontro mancato. Il Dalai Lama non incontrerà papa Bergoglio durante il suo viaggio a Roma (un viaggio intrapreso per partecipare ad il vertice dei Nobel per la pace dedicato a Nelson Mandela). Sul Corriere della Sera di Roma le motivazioni: “Apprezzo la semplicità di papa Francesco — ha detto ai giornalisti — non lo incontrerò perché mi hanno detto che il gesto potrebbe creare degli inconvenienti”.

“Piacere, Israele”. Sul Messaggero Laura Larcan racconta l’esposizione “Israele si presenta” al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino a Roma: un piccolo assaggio del padiglione “Fields of tomorrow” che sorgerà in onore di EXPO 2015.

Marino chiama il pm antimafia: arriva a Roma Alfonso Sabella a vigilare sugli appalti della città, dopo lo scandalo Mafia Capitale. A riportare la notizia, tra gli altri, il Corriere della Sera Roma: “Alfonso Sabella, già nel pool antimafia a Palermo di Giancarlo Caselli (ha partecipato alla cattura di Bagarella e Brusca), avrà proprio la delega agli appalti. Una nomina fortemente voluta da Marino che ieri ha avuto anche il via libera dal Csm”.

Nuove scoperte: su Metro una nuova scoperta archeologica made in Israel. Sono stati rinvenuti degli antichissimi filatteri che verranno aperti ed analizzati con estrema delicatezza.

Un credito per la Palestina. L’Alto Adige si prodiga per aiutare economicamente la Palestina. Sul Corriere dell’Alto Adige la notizia: “Per garantire anche ai ceti più svantaggiati della popolazione palestinese l’accesso a crediti, sono attualmente allo studio le modalità per creare banche di credito cooperativo in quei territori. Lo specifico know how arriva anche dall’Alto Adige e oggi ieri una delegazione palestinese ha fatto visita al presidente Amo Kompatscher”.

Tifoseria neonazista. Scontri a Firenze: arrestati quattro tifosi della Dinamo Minsk e una quarantina i denunciati. Riporta il Corriere Fiorentino: “Poco dopo le 19, sono arrivate le prime telefonate in Questura per segnalare il comportamento violento dei tifosi all’interno del pub: urla, slogan nazifascisti, provocazioni. Ecco perché è stato mandato sul posto un funzionario della polizia e alcuni agenti”.

Il convento occupato. Nel cuore dell’antico Ghetto di Roma ci sarebbe un ex convento occupato, noto come Rialtoccupato, che desta preoccupazioni. Sul Giornale le delucidazioni: “C’è il rischio che il locale si trasformi in trappola per topi: un incendio ucciderebbe centinaia di giovani perché c’è una sola entrata e mancano i maniglioni antipanico. Segnalazioni, ricorsi, cause civili non riescono a dar soddisfazioneamo-naci e residenti. Ma il Comune fa orecchie da mercante. Perché? Non ha ottenuto risposta l’istanza di accesso ai documenti amministrativi, inoltrata a Marino”.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(12 dicembre 2014)