J-Ciak – Il ciabattino Adam ‎

Adam Sandler The CobblerPer il secondo anno di fila Adam Sandler è finito al primo posto nella classifica degli attori troppo pagati stilata da Forbes. Ed è improbabile riesca a scendere dal quel poco onorevole podio con il suo nuovo “The Cobbler”, da poco nelle sale americane. La storia narra di un ciabattino ebreo, Max Simkin (Adam Sandler) che nel Lower East Side di New York si trova alle prese con una macchina straordinaria che gli consente di entrare nelle vite altrui. Uno spunto interessante per un film, diretto da Tom McCarthy, che ha però collezionato finora una spaventevole quantità di recensioni negative e al box office non decolla.
La vicenda – che vuole richiamare alla mente certe leggende yiddish, tanto da presentarsi con inserto introduttivo proprio in yiddish – racconta come la vita di un ordinario uomo di mezza età può mutare sotto l’impatto dell’eccezionale. La novità in questo caso è un’antica macchina che Max Simkin, il ciabattino (in inglese the cobbler) ritrova nella cantina del suo piccolo negozio. Nel momento in cui inizia a usarla per cucire le scarpe, si rende conto che quella magica eredità gli consente di mettersi nei panni dei suoi clienti semplicemente indossando le loro scarpe.
Cambiando calzatura, Adam Sandler si trasforma in un cinese così da passeggiare per Chinatown, in un suo avvenente cliente per avvicinarne la bella fidanzata, in un gangster per minacciare uno speculatore che rischia di rovinare il quartiere. A un certo punto non resiste alla tentazione di indossare le scarpe del padre (Dustin Hoffman) avventurandosi in una romantica cena con l’anziana madre, con buona pace di Edipo. A movimentare la trama ci sono una speculatrice edilizia (Ellen Barkin) in agguato e una giovane attivista ambientalista (Melonie Diaz), ma se Adam Sandler fa il suo, la sceneggiatura latita.
Nei suoi film precedenti McCarthy aveva già raccontato le conseguenze dell’accadimento imprevisto, disegnando personaggi di un certo spessore e complicate dinamiche di relazione. In “L’ospite inatteso” (2007), un professore universitario, rientrando a casa da un congresso, vi trova una coppia di clandestini, lui africano e lei siriana e, passata la diffidenza iniziale, finisce per stringere con loro un’amicizia sempre più stretta e solidale. In “Mosse vincenti” (2010), a scombinare la tranquilla vita di una famigliola arriva invece una nipote, inquieta e ribelle, che finisce per ribaltare gli equilibri precedenti. 
Alla luce di questi precedenti “The Cobbler” pare una promessa non riuscita, anche se il film gronda bubbeleh e boychiks a volontà e quel quartiere nel Lower Est Side è da cartolina.

Daniela Gross

(26 maarzo 2015)