…memorie

In un messaggio rivolto a un convegno organizzato a Rovereto intorno ai circa mille soldati italiani fucilati nella Prima guerra mondiale (fucilati perchè disertori o semplicemente soldati in preda al panico o ancora più casualmente decimati), il presidente della Repubblica Mattarella ha esortato a non aver paura di guardare a quelle pagine buie della nostra storia. C’è una storia che riguarda uno di quei fucilati. Uno dei giudici del tribunale militare che lo aveva condannato a morte, dopo la sua fucilazione si è sparato. Non è riuscito ad uccidersi, ma è rimasto cieco. Anni dopo, ha portato a compimento l’opera suicidandosi, questa volta con successo. Questo giudice era ebreo. È una storia che si è continuata a narrare nella famiglia di questo giudice, tra i suoi discendenti vicini e lontani, con dolore e pietà e anche con un grandissimo umano rispetto verso di lui, che non aveva potuto sopportare di condannare a morte un uomo. Quante storie di questo genere sono rimaste sconosciute, di quante abbiamo memoria?

Anna Foa, storica

(4 maggio 2015)