Israele – In viaggio con Taglit
Da Masada al Mar Morto

taglitRoma, Milano, Firenze, Palermo, Malta, Verona, Venezia, Bologna, Torino, Trieste, ma anche Svizzera, Regno Unito e Lettonia. Vengono da tutta Italia (e non solo) i ragazzi in viaggio con l’edizione tricolore di Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare Israele a giovani dai 18 ai 26 anni. Su Pagine Ebraiche le testimonianze dei partecipanti.

Sveglia alle 3.30 del mattino. Tutti mi dicono “boker tov” ma per me è ancora notte. Si parte per Masada, si prospetta una lunga e faticosa giornata sotto il sole cocente israeliano… Ma Masada non è solo questo, è un pezzo della nostra storia. Erode fece costruire una fortezza per la sua famiglia come rifugio in caso di necessità; poi sempre durante il dominio romano, centinaia di anni dopo, la fortezza venne usata dagli ebrei che erano scappati da Gerusalemme, dopo che questa era stata conquistata dai romani.
È stata una sensazione bellissima arrivare all’alba in cima alla fortezza: una visuale mozzafiato.
Successivamente siamo scesi dal sentiero del serpente, per poi arrivare a Ein Gedi. La stanchezza cominciava a farsi sentire, ma la voglia di passeggiare in mezzo alle rocce di questa meravigliosa oasi era tanta: il paesaggio è completamente diverso dal nostro, con animali particolari come ad esempio l’irice, una specie di topo che non si trova in Italia.
Il Mar Morto è stata la nostra ultima tappa della giornata prima di arrivare alla tenda dei beduini nel Negev; galleggiare in un’acqua così bollente è davvero raro: è stata un’esperienza unica. Si faceva fatica a bagnarsi talmente l’acqua era calda, nonostante fuori ci fossero quasi 40 gradi.
Arrivati nel Negev ci ha accolti un beduino, che ci ha raccontato che la sua non è un’etnia, ma nemmeno una religione: è uno stile di vita fatto di particolari tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. L’ospitalità prima di tutto: si offrono tre tazze di caffè all’ospite; una volta i beduini vivevano nelle tende, ma ora anche loro hanno una casa. L’atmosfera era magica, sembrava di essere stati trasportati indietro di secoli. A rendere questo clima ancora più allegro sono bastati una chitarra e tanta voglia di cantare attorno a un fuoco.
Dormire in cinquanta sotto una stessa tenda non sembrava facile. Eppure ero così emozionata dalla voglia di provare nuove esperienze che in un batter d’occhio mi sono addormentata. Ne è valsa la pena.

Manuela e Alessia L.

(29 luglio 2015)