Hamas cavalca la tensione

rassegnaTorna a salire la tensione fra Israele e Hamas: l’organizzazione terroristica ha infatti indetto per venerdì una “Giornata di collera”, chiedendo che al termine delle preghiere masse di fedeli islamici protestino contro l’esercito israeliano. Sui giornali si segnalano inoltre gli scontri avvenuti ieri tra alcuni residenti dell’insediamento di Beit El, nei pressi di Ramallah, e l’esercito di Gerusalemme. La protesta è nata per impedire la distruzione di un gruppo di edifici che la Corte Suprema ha dichiarato illegali. Repubblica cita alcune reazioni politiche a tali avvenimenti, tra cui quella del primo ministro Benjamin Netanyahu: “La nostra posizione sulle case a Beit El è chiara, siamo contrari alla loro demolizione e stiamo facendo tutto il possibile, con i canali legali, per impedirla. L’insediamento verrà rafforzato rispettando la legge”.

La Nato e la “doppia minaccia” di Ankara. Sostegno alla Turchia nella lotta al terrorismo, insieme all’invito da parte di una decina di paesi, tra cui l’Italia, a non abbandonare il processo di pace con i curdi e a un uso “proporzionato” della forza. Così il Corriere della Sera riassume l’esito della riunione di emergenza della Nato richiesta dalla Turchia dopo l’attentato di Suruc per discutere di quella che per il premier Recep Tayyip Erdogan è una “doppia minaccia”, costituita dall’Isis e dai miliziani curdi del Pkk. Contro entrambi gli obiettivi Ankara ha intensificato gli attacchi arerei in Siria e nel nord dell’Iraq, stringendo nella lotta allo Stato Islamico anche un accordo con gli Stati Uniti.

Pollard, libero a novembre. Sarà liberato a novembre Jonathan Pollard, la spia americana condannata all’ergastolo nel 1987 per aver passato a Israele documenti segreti degli Stati Uniti, che dovrà poi rimanere negli Usa per cinque anni in regime di libertà vigilata (La Stampa, tra gli altri). Il segretario di Stato John Kerry ha precisato che tale rilascio non costituisce uno scambio per placare Israele dopo l’incrinamento nei rapporti legato alla stipula dell’accordo sul nucleare iraniano.

Dopo le lacrime. Reem Sahwil, l’adolescente palestinese che ha ottenuto la cittadinanza tedesca dopo che la cancelliera Angela Merkel l’aveva spinta alla lacrime affermando che “la Germania non può accogliere tutti”, ha affermato in un’intervista al quotidiano Die Welt che tuttavia la sua patria sarebbe in realtà la Palestina, esprimendo la speranza che “quella terra non si chiami più Israele” (Libero).

Libia, pena di morte per il figlio di Gheddafi. Il figlio di Muammar Gheddafi, Saif al-Islam, è stato condannato a morte per crimini di guerra, ossia per aver represso nel sangue le manifestazioni che nel febbraio 2011 chiedevano riforme in Libia insieme ad altre accuse. La sentenza del tribunale di Tripoli è stata emessa in contumacia, in quanto Saif è ancora nelle mani dei miliziani di Zintan, vicini invece al governo di Tobruk, che lo catturarono in fuga nel sud della Libia e hanno immediatamente fatto sapere a Tripoli che non eseguiranno la sentenza e non lo riconsegneranno (Repubblica).

Torino, blitz leghista contro gli imprenditori islamici. Due consiglieri leghisti hanno fatto sparire alcuni tappeti portati in una sala del municipio di Torino per consentire di pregare agli ospiti di un convegno dedicato alla moda islamica, imprenditori e investitori arrivati da circa 20 paesi. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta sull’irruzione, che i due leghisti hanno filmato con il cellulare per poi diffonderla sul web. “Loro fanno una sala di culto per islamici a Palazzo Civico, dove non ci risultano esserci cappelle per i fedeli cristiani. E noi la chiudiamo. Chi vuole pregare lo faccia fuori di qui” la giustificazione del gesto, riportata dalla Stampa.

Papa Wojtyla e il popolo ebraico. “Una benedizione reciproca. Papa Giovanni Paolo II e il popolo ebraico”. Questo il titolo della mostra inaugurata ieri in Vaticano che ripercorre i rapporti con gli ebrei intrattenuti da Wojtyla, il primo pontefice a entrare in una sinagoga (L’Osservatore romano).

Un nuovo nome tra i Giusti. Repubblica racconta la storia di Gildo Andreoni, che sarà insignito oggi della medaglia di Giusto tra le Nazioni per aver nascosto tra il 1943 e il ’44 in casa sua a Fanano, in provincia di Modena, una famiglia ebraica. A consegnare il riconoscimento al figlio Gioiello sarà l’ambasciata Israeliana in Italia, per mano di Dan Haezarchy.

Beate e Serge, cercatori di anime. L’Osservatore Romano racconta la storia di Beate e Serge Klarsfeld, che hanno dedicato la vita a processare i criminali di guerra nazisti. Nel loro libro di memorie, vincitore del Prix Pétrarque, Serge spiega così il vero scopo della loro ricerca incessante: “Sono cercatore di anime ebraiche sparite nella Shoah”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(29 luglio 2015)