Laicità, parliamo di cose serie

gadiDunque la “questione” della preghiera dell’alpino censurata si è rivelata un ballon d’essai e appare quindi inutile perdere tempo a discuterne: peraltro sarebbe bastato dare un’occhiata a qualsiasi serio sito che parli degli alpini per leggerne la storia, comprese le modifiche intervenute sin dal 1972.
Se sia stata sollevata per ignoranza o “sapendo di mentire” poco cambia: di insopportabile vi è questo continuo uso strumentale, ormai in pratica quotidiano, di certe tematiche nel dibattito politico, con un sempre maggior numero di improbabili “difensori della fede” che poi, magari, citano pure il “libera Chiesa in libero Stato” di Cavour che, invece, è il sunto della vera laicità che si basa sulla neutralità della sfera pubblica rispetto a qualsiasi visione religiosa, con funzione di garante della libertà di tutti e tra tutti, nella comune osservanza delle leggi civili.
In questo contesto, pertanto, non è un problema il fatto che ciascuno faccia il proprio mestiere e tiri l’acqua al proprio mulino, purché la sfera pubblica rimanga appunto neutrale e non coinvolta.
Ecco quindi che nelle forze armate, come nelle altre istituzioni pubbliche, espressioni troppo identitarie appaiono comunque inopportune e non coerenti con quell’uguaglianza delle fedi dinanzi allo Stato pur prevista dalla Costituzione.
Ne siamo invece pieni, nonostante la bufala dell’alpino, a partire dalla scuola pubblica nella quale, a spese di tutti i vari credenti e dei non credenti, la sola religione cattolica è insegnata.
Cerchiamo di spostare quindi il dibattito sull’evoluzione della società italiana in senso veramente laico, condizione che consente a tutti di esprimersi alla pari, di essere rispettati e di dialogare tra uguali, senza strumentali accuse di “offese” che servono solo ad alimentare un perverso dibattito politico.

Gadi Polacco

(21 agosto 2015)