La maldicenza oggi

gadi polaccoÈ indubbiamente vero che la società multimediale e dei social ha estremamente facilitato, per giunta senza confini, l’espandersi della cosiddetta maldicenza e quindi è comprensibile e utile che si scriva e si parli molto delle regole per evitare di fare lashòn harà, appunto maldicenza.
Lo sforzo però sembra spesso infrangersi contro due possenti scogli: l’umana tendenza a ritenere che a fare maldicenza siano sempre ‘gli altri’, quindi con autoassoluzione preventiva e ‘a prescindere’, e l’arrendersi dinanzi al fatto che tante sono queste regole che, in pratica, non se ne uscirebbe e, quindi, tanto vale proseguire come sempre.
Se operare contro questi cardini richiede impegno, fiducia e costanza, vi è un terzo ostacolo, non meno pericoloso, che richiederebbe di invertire didatticamente la rotta scrivendo un saggio che spieghi come non fare maldicenza senza per questo dover rinunciare al diritto di esternare le  proprie opinioni, visto che sempre di più si agita, strumentalmente, lo spettro della lashòn harà per cercare di chetare, cercare di zittire (alla toscana), semplicemente chi espone idee che non ci vanno a genio.
Shanà Tovà,

Gadi Polacco

(11 settembre 2015)