…ricomposizione

Settantacinque anni fa a Portbou in Catalogna si toglieva la vita Walter Benjamin, che aveva perduto la speranza di poter lasciare l’Europa in fiamme per la salvezza negli Stati Uniti. Fu forse il più grande fra i filosofi ebrei del Novecento, e nel vedere le macerie della storia accumularsi sempre più minacciose di fronte a noi, mi sembra utile fermarsi a riflettere sulla sua nona tesi di filosofia della storia, molto nota, molto mistica (c’è un riferimento chiarissimo alla necessità del Tikkun ‘Olam, la ricomposizione e redenzione del mondo), molto vera: “C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilemnte nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta.”

Gadi Luzzatto Voghera

(2 ottobre 2015)