#Eatifada, cibo per la vita

ciboLa risposta più forte al terrore? Andare a cena fuori, fare acquisti nei luoghi affollati, servirsi dei mezzi pubblici. Andare avanti normalmente. Come se niente sia accaduto o stia accadendo. Una lezione che – come dimostrano i molti video diffusi in rete – pervade la quotidianità israeliana e il comportamento di molti suoi cittadini. E così, dove la sera prima vittime innocenti cadevano al suolo, oggi centinaia di giovani cantano stretti in un unico abbraccio testimoniando al mondo la propria voglia di vivere e il proprio disprezzo della violenza.
Il confine appare così inequivocabile, davanti a occhi sinceri: da una parte chi arma o si immola per l’Intifada, dall’altra chi crede in una assai più pacifica #Eatifada. Lo ricorda ad esempio il titolo di un’efficace iniziativa, lanciata attraverso i social network, che chiama a raccolta questo straordinario serbatoio di coraggio, dinamismo, speranza.
“Andate nei negozi e nei ristoranti delle città colpite dal terrorismo. Fate un video e mandatecelo. Incoraggiate i vostri amici a fare lo stesso” l’invito formulato dagli animatori di #Eatifada, network attivo da questa mattina con una propria postazione Facebook.

Sempre il cibo, e l’idea di consumarlo in amicizia e senza paure, ha spinto un ristoratore di Netanya a farsi avanti con una simbolica proposta: sconto del cinquanta per cento su tutte le portate del suo hummus bar ai clienti arabi ed ebrei che scelgono di condividere il pasto allo stesso tavolo. “Hai paura degli arabi? Hai paura degli ebrei? Non ti devi preoccupare, qua non ci sono. Né arabi, né ebrei. Soltanto esseri umani” recita un cartello posto all’ingresso.
L’iniziativa, lanciata una settimana fa, ha raccolto un significativo consenso tra gli avventori del locale. Sia in quelli più tradizionali che nei nuovi clienti acquisiti grazie al veloce passaparola alimentatosi di persona e sul web. “È proprio vero – afferma il manager del locale – niente avvicina le persone come lo hummus”.

(20 ottobre 2015)