… memoria

“Vieni, firmiamo un patto che sia testimone tra me e te. Giacobbe presa una pietra e la eresse a monumento. Giacobbe disse ai suoi: ‘raccogliete delle pietre’. Ne fecero un mucchio. Labano lo chiamò Jegar Sahaduthà e Giacobbe lo chiamò Galed (Gn, 31, 46-47)”. I luoghi di memoria non sono mai il fatto, sono un modo per segnare la differenza tra prima e dopo. Raramente un luogo di memoria condiviso tra ex contendenti, è denominato per entrambi con lo stesso nome. Dopo ognuno dirà del significato di quel luogo di memoria, conformemente alla storia che vuol raccontare, all’immagine che vuol dare di sé. Per questo lo denominerà con un nome in cui ci metterà del suo. Per metter al centro della scena, la sua visione del fatto. La sua memoria.

David Bidussa, storico sociale delle idee

(22 novembre 2015)