giovani…

Per gentile richiesta, questa settimana ci occupiamo di un personaggio che in tutta la Torah non compare se non in un elenco genealogico (tra l’altro, non in questa Parashah), ma che in base al Midràsh è fondamentale. Si tratta di Sérach, figlia di Ashèr e quindi nipote di Ya’aqòv.
La Torah dice che quando i figli di Ya’aqòv sono tornati con la notizia che Yosèf era vivo, e vicerè d’Egitto, e richiedeva la ricongiunzione della famiglia in Egitto, Ya’aqòv rimase freddo ed incredulo; solo successivamente, vedendo i segni che gli aveva inviato Yosèf, “sentì rivivere il suo spirito”. È vero che anche al momento della sparizione di Yosèf il padre aveva avuto qualche sospetto sul ruolo avuto dagli altri figli, anche se erano passati tanti anni, ma i segnali mandati da Yosèf li aveva visti subito.
Il midràsh ci racconta che i suoi stessi figli avevano esitato su come dare la buona nuova al vecchio e dolente Ya’aqòv, per paura che non sopportasse la sorpresa (ed è strano questo timore di fronte ad una buona notizia, timore che non avevano avuto mandandogli la tunica insanguinata di Yosèf!), e perciò avevano incaricato la sensibile e profetica nipote Sérach di prepararlo, cantando la notizia.
Fra i tanti significati di questo midràsh, forse uno ci suggerisce che dobbiamo ascoltare con attenzione e fiducia quello che ci dicono i giovani.

Elia Richetti, rabbino

(17 dicembre 2015)