digiuno…

Oggi, decimo giorno del mese di Tevèt, celebriamo il digiuno istituito per l’assedio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi, continuato per tre anni, che segnò l’inizio delle tragedie del popolo ebraico culminate nella distruzione del primo Tempio e l’inizio dell’esilio.
Non è casuale che il Rabbinato centrale dello Stato di Israele, alla fine degli anni ’50, abbia proposto di associare questa data alla commemorazione e alla recitazione del Kaddìsh per le vittime della Shoah di cui resta ignota la data della morte.
Questa coniugazione di date, oltre a ribadire quanto tutti gli avvenimenti della nostra storia siano concatenati, costituisce una dolorosa supplica al Creatore perché la Shoah sia l’ultima delle tragedie vissute dal popolo ebraico iniziate proprio il 10 di Tevèt di 26 secoli fa. A queste due tragiche esperienze trascorse, quest’anno si aggiunge, in modo particolare, la nostra angoscia per la situazione di continuo pericolo che attanaglia Israele, per la minaccia del terrorismo globale che ci vede consapevolmente obiettivi sensibili.
Un’angoscia che ancora una volta cerca conforto e speranza nel digiuno, nella lettura di Salmi e nelle preghiere dedicate, senza mai offendere simboli e valori di altre culture.

Roberto Della Rocca, rabbino

(22 dicembre 2015)