segni…

Diversamente da quanto siamo abituati a pensare, i nostri segni e i nostri simboli non servono sempre e soltanto per rappresentarci agli altri. Nella storia dell’Esodo è detto che “il sangue (spalmato sulle porte delle case degli ebrei per salvarsi dalla decima piaga) sarà per voi come segno…” (Shemòt, 12; 13). Rashì, nel suo commento, sottolinea che “il segno deve essere per voi, e non per gli altri”, chiarendoci che questo sangue, in verità, non era neppure visibile ai passanti. Non è pensabile trasmettere ad altri i nostri segni se prima non impariamo a decodificarli e a farli vivere al nostro interno.

Roberto Dellla Rocca, rabbino

(12 gennaio 2016)